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Sconto 10% su tutti i prodotti

sconto10E’ arrivato l’inverno e al Torronificio M. Geraci abbiamo deciso di festeggiarlo con uno sconto del 10% su tutti i prodotti ordinati tramite il nostro sito www.geraci1870.com, torroni, torroncini, paste di mandorla e di pistacchio, e molto altro ancora!

Lo sconto e’ valido
dalla Mezzanotte di Venerdi 11 Novembre
alla Mezzanotte di Domenica 13 Novembre 2016

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Un bell’esempio: LiberaTerra

libera-terraFare vino e cibo all’insegna della legalità si può, parola di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie!

Nata nel 1995 Libera è oggi un coordinamento che assembla oltre 1600 associazioni e realtà che diffondono la cultura della legalità. Come? Attraverso una serie di azioni che vanno dai campi di formazione antimafia alle attività antiusura, dai progetti su lavoro e sviluppo a molto altro.

logo_libera_terraAnnoverata dall’Eurispes come eccellenza italiana nel 2008 e inserita nella classifica 2012 delle cento migliori ONG del mondo stilata dal Global Journal, nel 2006 Libera ha dato vita all’Agenzia per lo Sviluppo cooperativo e la legalità con l’obiettivo di sostenere e rendere solida la crescita di quelle cooperative a marchio Libera Terra nate per rendere produttivi i beni confiscati ai boss mafiosi.

Del 2008 è invece il consorzio ONLUS Libera Terra Mediterraneo che raggruppa le stesse cooperative sociali che gravitano attorno al marchio Libera Terra e che oggi producono vino, agrumi, mozzarelle, olio extravergine d’oliva, pasta, legumi, miele, conserve e molto altro utilizzando i beni confiscati alle mafie.

Si tratta per lo più di centinaia di ettari e strutture produttive sottratti al controllo della criminalità organizzata in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania e destinati alla produzione agroalimentare d’eccellenza realizzata e smaltita da nove cooperative e tredici botteghe che fanno capo a Libera.

Davvero un bell’esempio produttivo all’insegna di legalità, giustizia sociale, qualità, tradizione e rispetto delle persone sul quale ottenere maggiori informazioni consultando www.liberaterra.it.

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Campione gratuito

Vuoi provare i nostri prodotti?

Da oggi hai la possibilità di provare i nostri prodotti prima di ordinarli!

Puoi scriverci all’indirizzo: info@geraci1870.com, contattarci via skype (torronificio.geraci), su whatsapp (+393442472850) o tramite messaggio sul nostro profilo facebook “Torronificio Geraci“.

Inviaci nome, cognome, indirizzo completo, email e numero di telefono, riceverai a casa un campione gratuito dei prodotti del Torronificio M. Geraci.

Pagherai solo le spese di spedizione (5 Euro)!

Il campione comprende:
1 torroncino “Splendor”, 1 torroncino “Pepita”, 1 torroncino “Elena”, 1 torroncino “Jolanda”.

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Crocchette di patate

Eccovi una delle prelibatezze più ghiotte della nostra cucina perché bollita, al forno o fritta, la patata resta un’indiscussa protagonista delle nostre tavole!

Di seguito, gli ingredienti:

  • Un chilo di patate
  • Due tuorli d’uovo
  • Sale quanto basta
  • Grammi 90 di Grana padano
  • Due uova
  • Pangrattato quanto basta
  • Olio per friggere

Lavate le patate e mettetele a lessare con tutta la buccia in una pentola di acqua salata.

Quando le patate saranno pronte, lasciatele raffreddare, pelatele e passatele in uno schiacciapatate.
 Raccogliete la purea di patate in una ciotola e aggiungete il sale, il Grana padano e i due tuorli d’uovo.

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Le patate pelate
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Lo strumento adatto anche se un po’ antico
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Le patate ridotte a purea
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Il composto con tutti gli ingredienti

Quando il composto sarà ben amalgamato dividetelo in piccole parti alle quali dare una forma cilindrica.

Sbattete infine le due uova con una forchetta in un piatto e intingete ogni cilindro per poi passarlo nel pangrattato.

Per la cottura è più comodo utilizzare una friggitrice.

Se la crosta di pangrattato sarà omogenea, compatta e ben distribuita su ogni cilindro di patate, la frittura risulterà dorata e uniforme, altrimenti le crocchette potrebbero sfarinarsi e voi non ottenere un buon risultato.

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Le Ceramiche Fratantoni

Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni

Santo Stefano di Camastra ha un’illustre tradizione di ceramiche, lo si può vedere visitando il centro della città, dove piccole botteghe espongono in vetrina o ai lati dell’ingresso le loro creazioni più significative e variopinte.

Un turista o chiunque apprezzi questi piccoli capolavori dell’artigianato può trovare a Santo Stefano ciò che più gli piace, dai piatti all’oggettistica, dai complementi d’arredo alla creazione di pavimenti con colori e figure della tradizione siciliana.

Insomma in questa città, dai numeri civici delle case alle fontane e ai muri, tutto parla di ceramica e ogni “mastro” ha la sua mano.

Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni

Fra tutte le produzioni di ceramica che Santo Stefano offre, l’azienda Fratantoni è degna di rilievo, fondata nel lontano 1935 da Pietro, Saro, Edoardo e Nino, figli del vecchio ceramicaro Filippo.

Dai primi oggetti in terracotta foggiati al tornio, i fratelli passano alla produzione meccanica dei vasi per uso vivaistico e negli anni Settanta avviano la produzione delle tipiche mattonelle maiolicate della tradizione stefanese.

Oggi l’azienda occupa i primi posti nel settore della ceramica e sperimenta tecniche innovative da affiancare alle produzioni tradizionali delle quali si dimostra esperta.

Per saperne di più è comunque possibile cliccare su www.fratantoni.it

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Ciambella allo yogurt con olio d’oliva

Lo yogurt e' l'ingrediente fondamentale per fare questa ciambella.
Lo yogurt e’ l’ingrediente fondamentale per fare questa ciambella.

L’ingrediente principale da utilizzare per realizzare questa ciambella è lo yougurt bianco naturale, privo di zucchero.

I contenitori dello yogurt possono fungere da misurini per dosare gli altri ingredienti, anche se questa ciambella non è una torta “sette vasetti” classica.

Abbiamo infatti preferito non utilizzare fecola di patate e olio di semi ma una dose minima di olio d’oliva per rendere più morbido l’impasto.

Per preparare questo dolce occorrono:

  • Due vasetti di yogurt bianco naturale (grammi 250 in tutto)
  • Tre vasetti di farina tipo 00
  • Due vasetti di zucchero bianco semolato
  • Una bustina di lievito per dolci
  • Il fondo di un vasetto di olio extravergine d’oliva
  • Tre uova
  • Burro e farina per lo stampo.
Il composto di uova e zucchero.
Il composto di uova e zucchero.

Rompete le uova e separate i tuorli dagli albumi. In una terrina, unite lo zucchero ai tuorli e mescolate il tutto fino ad ottenere una crema spumosa.

A parte, montate gli albumi a neve, aggiungeteli al composto di tuorli e zucchero e mescolate per amalgamare bene.

Aggiungete quindi i due vasetti di yogurt, continuando a mescolare usando, se è il caso, una frusta elettrica.

A questo punto unite anche la farina, setacciandola con un colino, e il lievito, sempre setacciato.

L'impasto.
L’impasto.
L'impasto nello stampo.
L’impasto nello stampo.

Mescolate bene tutto e aggiungete il fondo di un vasetto di olio d’oliva (che l’olio non arrivi a metà vasetto, altrimenti ne risentirà il gusto della ciambella).

Mescolate di nuovo tutto con la frusta elettrica e ungete di burro uno stampo, cospargendolo infine di farina.

Versate l’impasto nello stampo e portate la temperatura del forno a 180°.

Se volete una ciambella ben cotta, lasciatela cuocere per un’ora, altrimenti 45 minuti basteranno.

Il metodo dello stuzzicadenti o della forchetta per verificare lo stato della cottura del dolce rimane sempre valido.

La ciambella appena sfornata.
La ciambella appena sfornata.
Si lascia raffreddare.
Si lascia raffreddare.

 

 

Fino a quando e' pronta per essere mangiata.
Fino a quando e’ pronta per essere mangiata.
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Vicolo Duomo, gastronomia d’asporto, Caltanissetta

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraci

Non avete tempo di cucinare ma non volete rinunciare alla genuinità e alla prelibatezza della cucina tradizionale siciliana?

Dovete offrire un banchetto e fare ottima figura?

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciA Caltanissetta, il ristorante Vicolo Duomo nella sostanza non ha mai smesso di esistere, oggi trasformato in una gastronomia d’asporto con possibilità di servizio catering.

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNato circa vent’anni or sono dall’estro di Angela Mendola e Aldo Scarlata, il Vicolo Duomo ha sempre offerto una gastronomia molto legata al territorio, proponendo piatti a base di verdure come finocchietti selvatici e “mazzaredde”, formaggi locali e altro ancora.

Il ristorante (prima ubicato in piazza Garibaldi) è diventato la gastronomia d’asporto che si trova in via Piemonte 10. Grazie all’impegno quotidiano di Angela e Aldo e della figlia, Francesca Scarlata, i fornelli del Vicolo Duomo continuano a proporre una cucina basata sulla rielaborazione di piatti tipici dell’entroterra siciliano realizzati con ingredienti locali.

Vale la pena di provare!

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Suggerimento per una cena estiva

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Non vi va di spendere molto al supermercato?

Le alte temperature e il caldo torrido non stimolano l’appetito?

insalata, estate, cena, ricetta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaQuesta non è una ricetta vera e propria ma il suggerimento per la preparazione di una frugale cena estiva da realizzare con poche cose (le dosi sono per una persona):

  • un pomodoro rosso
  • una scatoletta da grammi 100 di tonno al naturale o all’olio d’oliva
  • una mozzarella di bufala da grammi 100
  • tre olive nere
  • sale quanto basta
  • (a piacere) un quarto di cipolla rossa a spicchi
  • (a piacere) due foglioline di basilico
  • olio extravergine d’oliva per condire.

Tagliate a fette il pomodoro in una piccola ciotola, quindi aprite la scatoletta e facendo leva con il coperchio sul tonno, lasciatelo scolare fino a quando non sarà uscito l’olio o il liquido all’interno.

Al pomodoro aggiungete il tonno scolato e sminuzzato, la mozzarella tagliata a dadini e le tre olive nere.

Se volete, potete anche aggiungere la cipolla rossa a spicchi e le due foglie di basilico.

Mescolate tutto, salate e condite con l’olio d’oliva.

Nella sua semplicità, questo suggerimento utilizza alcuni ingredienti fondamentali della cucina mediterranea e per questo può essere considerato un piatto da re!

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Ristorante Gigimangia, Palermo

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermo

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoNe è passata di acqua sotto i ponti dai tempi della salumeria al civico 116 di via Principe Belmonte, una delle strade più in di Palermo.

Ventisei metri quadri di pavimento, calpestato da personaggi del jet set come Raimondo Lanza e Susanna Agnelli e figure intramontabili della cultura e dell’arte come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Maria Callas.

Ma la famiglia Mangia dimostra di avere voce in capitolo in materia di cibo ben prima dell’apertura della salumeria, avviata nel 1943 e preceduta da significative esperienze intraprese a Napoli e a Tripoli.

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoOggi il buon nome della famiglia continua ad essere portato avanti da Gigi Mangia, titolare del ristorante nato dalla salumeria nel 1989.

La leggerezza dello stare a tavola e la profondità di una tradizione gastronomica millenaria sono caratteristiche che si possono già avvertire visitando il sito internet (www.gigimangia.com) ma che vale la pena di verificare personalmente.

Gli amanti del vino troveranno trecento etichette in gran parte siciliane, da accompagnare a piatti preparati con cura e maestria.

Proprio per queste competenze, che derivano anche da una storia familiare radicata nel settore alimentare, il ristorante di Gigi Mangia ha ricevuto, nel 2013, il Certificato di Eccellenza da parte di TripAdvisor.

www.gigimangia.com

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Caltanissetta, il torrone e Moni Ovadia: Il Glicomane

moni ovadia, il glicomane, il blog di marcella, torronificio m. geraci caltanissetta

index1Caltanissetta, il torrone e Moni Ovadia. Una relazione inverosimile se non fosse che a Caltanissetta, città del torrone, quest’anno Moni Ovadia abbia svolto l’incarico di direttore artistico del Teatro Margherita, proiettando la nostra provincia nel più vasto circuito culturale nazionale.

C’è però un aspetto che rimane poco noto e che lega in qualche modo Ovadia anche al torrone e cioè il fatto che il celebre attore d’origine ebraico – sefardita nella sua attività di scrittore si sia occupato anche di dolci.

“Il Glicomane” è un libretto di 47 pagine, edito nel 2013 dalla Piccola Biblioteca di Cucina Letteraria targata Slow Food Editore.

Il libro non sembra avere grosse pretese ma è divertente e racconta di una metamorfosi (non a caso Ovadia cita Gregor Samsa, il protagonista del celeberrimo racconto di Franz Kafka). Il Glicomane prende le mosse dal risveglio di Georges Samla, che scopre un bel mattino di trasudare zucchero.

Il protagonista pensa quindi che sia arrivata la sua ora, così come lo credono sua moglie Chantal e i medici che gravitano attorno alla coppia. In maniera del tutto incredibile Georges Samla non è malato e neanche destinato a morire, ma si è semplicemente trasformato in un dolce.

moni ovadia, il glicomane, il blog di marcella, torroficio m. geraci caltanissetta«Mi sono persuaso che i dolci siano una delle pochissime testimonianze e conferme della realtà di un tempo edenico da cui siamo stati espulsi per essere gettati nel travaglio della vita» dirà Samla nel corso del racconto, dando avvio ai suoi ricordi infantili dominati dalla Khalvà, «una sorta di torrone a base di sesamo».

Significativo anche il suo ricordo palermitano legato alla pasticceria svizzero-siciliana Caflisch, considerata da Ovadia la più grande pasticceria di tutti i tempi e di ogni luogo perchè ha coniugato le due grammatiche assolute dell’arte pasticciera, la arabo-turca e la mitteleuropea.

Chiunque voglia cogliere il legame tra cucina e letteratura e approfondire un piatto o una tradizione può approfittare delle chicche narrative di questa collana di Slow Food.

Non leggerete grandi capolavori ma potrete dilatare gli spazi della vostra cucina e della vostra cultura.

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Antica Focacceria San Francesco

antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta

antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Se Palermo si potesse mangiare avrebbe i sapori e gli aromi delle case nelle ore dei pasti, degli angoli del centro più ricchi di cibo di strada, delle gastronomie di qualità e delle pasticcerie di prestigio.

Immersa in uno scenario tradizionale di cassate, pani c’a meusa (pane con la milza), frutta di martorana, sfincioni e tante altre specialità, ricca di arte, cultura e storia, Palermo è una e mille anche in cucina.

Tra i luoghi più caratteristici dove gustare dell’ottimo cibo tradizionale palermitano, l’Antica Focacceria di San Francesco non vi deluderà.

Nel 1834, il maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica Salvatore Alaimo riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico edificio in centro e vi apre una focacceria. Inizia così il lungo valzer di fragranze, sapori e aromi che porta Alaimo ad inventare la focaccia maritata, con carne di taglio economico alla portata della borsa dei meno abbienti.

Divenuta la tavola siciliana di Giuseppe Garibaldi negli anni del Risorgimento e il principale bersaglio della nobiltà per aver diffuso la pasta ch’i sardi, considerata fino al 1861 pietanza reale, nella sua lunga vita l’Antica Focacceria è luogo d’incontro di artisti, scrittori e intellettuali.

antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta

Il logo dell’attività risale al 1901 ed è opera dell’architetto Ernesto Basile e l’attuale denominazione, Antica Focacceria di San Francesco, al 1902.

Le tappe della storia di questo luogo caratteristico sono talmente ricche di avvenimenti significativi che rimandiamo al sito www.anticafocacceria.it per ulteriori informazioni.

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Alaimo&Strazzeri, La Cuddrireddra.

cuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta

cuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Come molte altre specialità della pasticceria siciliana, la cuddrireddra è nata fra le pareti domestiche, dall’estro delle massaie che ne hanno tramandato la ricetta di madre in figlia.

Questa leccornia tipica del Carnevale di Delia (paese in provincia di Caltanissetta) si chiama Cuddrireddra perché ha le sembianze di una piccola corona, impreziosita dalla mescolanza di ingredienti semplici ma caratteristici del territorio in cui viene prodotta.

Si racconta che questa forma la si deve alla volontà di fare omaggio alle castellane della fortezza medievale che sovrastava il paese durante i Vespri siciliani.

La farina di frumento viene impastata con il vino, le uova e lo zucchero e il composto ottenuto viene insaporito dalla cannella e dalle scorze d’arancia, lavorato in forma rotonda e fritto in olio d’oliva di produzione locale.

Maestra nella preparazione di questo dolce divenuto anche Presidio Slow Food è l’azienda Alaimo&Strazzeri, che svolge a Delia la propria attività utilizzando gli antichi metodi adottati dalla civiltà contadina.

Per saperne di più è possibile collegarsi al sito www.lacuddrireddra.com

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Gelato casalingo al torrone Geraci

Ricetta torrone casalingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci

Diciamo subito che per fare questo gelato occorre il nostro torrone tradizionale o Bloc, perché gli ingredienti che abbiamo utilizzato sono stati abbinati in funzione del torrone.

L’utilizzo di un altro prodotto darà inevitabilmente un risultato diverso.

Aggiungiamo che abbiamo scelto di usare il latte parzialmente scremato al posto del latte intero e della panna per rendere il gelato più leggero e digeribile.

Proprio per questo il gelato è casalingo e anche l’utilizzo del solo albume d’uovo lo rende congeniale a chi non vuole rinunziare al dessert senza appesantirsi troppo.

Per fare il gelato casalingo al torrone Geraci occorre avere una gelatiera (noi ci troviamo bene con la Simac) dove far gelare il composto realizzato con:

  • grammi 250 di torrone tradizionale o Bloc Geraci macinato
  • una spolverata di granella di torrone tradizionale o Bloc Geraci per guarnire (facoltativa)
  • grammi 300 di zucchero
  • un albume d’uovo montato a neve
  • un litro di latte parzialmente scremato.

Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci  Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraciMacinate il torrone Geraci in casa con il frullatore o acquistatelo direttamente macinato.

Prendete il torrone Geraci macinato, mettetelo in una casseruola, aggiungete lo zucchero e mescolate il tutto.

Montate a neve l’albume d’uovo e aggiungetelo allo zucchero e al torrone Geraci sempre mescolando, in modo da distribuirlo uniformemente.

Versate infine il latte parzialmente scremato sul composto e mescolate un’altra volta.

Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraciPrendete la casseruola e mettetela sul fuoco basso per una decina di minuti, continuando a mescolare.

Spegnete il fuoco, fate raffreddare a temperatura ambiente e mettete in frigo per almeno un paio d’ore.

Trascorso il tempo necessario, mettete il composto nella gelatiera.

Se un giro non dovesse essere sufficiente a far gelare tutto, fate girare il composto una seconda volta.

Quando il gelato sarà pronto, conservatelo nel freezer e ricordate di guarnirlo con una spolverata di granella di torrone Geraci prima di servirlo.

 

Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci  Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci

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Gelaterie “FataMorgana”, Roma

Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di Marcella

Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaPasseggiare per Roma può essere una buona occasione per gustare le specialità della gelateria artigianale Fatamorgana, nata dall’eclettica esperienza di Maria Agnese Spagnuolo, donna dalle origini pugliesi che trascorre infanzia e adolescenza tra ortaggi, verdure e alberi da frutto.

Proprio questo contatto con la genuinità della terra permette a Maria Agnese di affermarsi nella capitale attraverso il gelato, alimento per il quale nutre fin da piccola un’autentica passione.

E oggi, nella sola Roma la gelateria Fata Morgana ha ben sette punti vendita, uno dei quali a Trastevere.

La storia di questa bella esperienza aziendale inizia con l’acquisto di un manuale sul gelato artigianale italiano in uno dei tanti mercatini dell’usato.

Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaL’allora quattordicenne Maria Agnese trasferisce così la sua passione dal palato alle mani.

La preparazione del gelato per sé e la famiglia non le impedisce però di studiare per fare l’attrice e di andare in giro per l’Italia con la compagnia teatrale.

Nel 2001 Maria Agnese si trasferisce a Roma con il suo compagno, che diventa anche socio negli affari.

Una diagnosi di celiachia la spinge a sperimentare nuovi abbinamenti per ottenere gusti compatibili con l’intolleranza al glutine.

E quando nel 2002 intraprende seriamente il lavoro di gelataia, anche a causa della crisi del teatro, la sua caratteristica non passa inosservata.

Maria Agnese Spagnuolo assembla infatti cinque ingredienti per ogni gusto senza mai usare additivi, addensanti, conservanti, coloranti, paste o preparati di base.

La frutta è sempre di stagione e le spezie non sono mai in polvere, tutte ragioni che le hanno procurato una nomination per la qualità da parte del Gambero Rosso, nel 2005.

Oggi le oltre trecento ricette di Maria Agnese Spagnuolo comprendono gelati al gusto di baklava, mandorla e arancia, pera al gorgonzola e molto altro, consultabile sul sito gelateriafatamorgana.com.

Ma i gelati è meglio mangiarli e ottimi (per noi) sono quelli ai gusti di liquirizia e di basilico, noci e miele.Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di Marcella

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Il clafoutis

La ricetta del Clafoutis, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta

La ricetta del Clafoutis, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaIl clafoutis è un dolce di origine francese, cotto in forno.

La ricetta tradizionale prevede che sia realizzato con le ciliegie ma esistono varianti che prevedono l’utilizzo di mele, prugne, fragole o altra frutta di stagione.

La ricetta proposta dalla nostra rubrica si atterrà alla tradizione, anche perché giugno è il mese delle ciliegie.

Apporteremo però qualche piccola modifica sostituendo il brandy o il kirsch con il rhum e lo zucchero semolato con quello integrale di canna.

Per fare questa versione meno dolce del clafoutis alle ciliegie occorrono:

  • burro e zucchero integrale di canna per cospargere la teglia;grammi 500 di ciliegie
  • tre uova
  • grammi 100 di zucchero integrale di canna (abbiamo usato quello proveniente da agricoltura biologica
  • dell’Ecuador);
  • grammi 90 di farina
  • un pizzico di sale
  • 200 ml di latte parzialmente scremato
  • un tocco leggero di rhum
  • zucchero a velo per spolverizzare.

Togliete il gambo alle ciliegie, lavatele, asciugatele e privatele del nocciolo.

La ricetta del Clafoutis, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaPrendete una teglia da forno rotonda dal bordo basso, imburratela bene e cospargetela di zucchero di canna fino ad ottenere un risultato omogeneo.

Mettete i rossi d’uovo in una terrina e aggiungete i cento grammi di zucchero, mescolando.

A parte, con la frusta elettrica montate gli albumi a neve e aggiungeteli ai rossi, mescolando fino ad ottenere un composto spumoso dal volume doppio rispetto a quello iniziale, magari usando di nuovo la frusta.

Aggiungete un pizzico di sale e setacciate la farina, mescolandola al composto.

Sempre mescolando, aggiungete il latte e il rhum e fate in modo che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati.

A questo punto, disponete le ciliegie sulla teglia da forno imburrata e zuccherata e versate loro sopra la pastella preparata precedentemente.

Portate la temperatura del forno a 180° e infornate per almeno 50 minuti.

A fine cottura, estraete il clafoutis dal forno e spolverizzatelo con lo zucchero al velo.

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Maurizio Spinello ed il Forno Santa Rita

Maurizio Spinello, Forno Santa Rita, il blog di marcella, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta

Maurizio Spinello, Forno Santa Rita, il blog di marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaAssaggiare il pane di Maurizio Spinello vuol dire entrare in un mondo in cui la natura e la terra hanno ancora un valore. Prodotto con farine di grani antichi siciliani ottenute con la molitura a pietra, fatto lievitare lentamente e cotto nel forno a legna, il pane di Maurizio Spinello mantiene la sua fragranza per più di una settimana.

Ma gli ingredienti principali di questo cibo tanto quotidiano quanto prelibato non sono soltanto le farine di Russello e Tumminia, grani antichi del nisseno coltivati soprattutto tra Villalba e Marianopoli, o la pasta madre.

Dietro al pane di Maurizio Spinello c’è una bella storia nata a Borgo Santa Rita, fatta di sogni e di tenacia per realizzarli proprio a Caltanissetta, un territorio dove le possibilità occupazionali scarseggiano e dove spesso lo scoramento la fa da padrone.

Al Borgo Santa Rita, dove recentemente è stato inaugurato il Micro museo del grano e del pane allestito nel palazzo ottocentesco del barone La Lomia, Maurizio Spinello ha trascorso infanzia e giovinezza con la sua famiglia di contadini e allevatori.

Oggi nel borgo vivono poche persone ma il lavoro e la perseveranza di Maurizio e dei suoi collaboratori lo hanno reso meta di flussi turistici alla scoperta dei tesori del centro Sicilia.

Borgo Santa Rita, Maurizio Spinello, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaProprio all’interno del borgo Maurizio ha infatti edificato il suo forno, anteponendo l‘amore per i luoghi delle origini alla prospettiva di lasciare la famiglia per andare alla ricerca di un lavoro incerto, magari in una delle tante fabbriche del Nord Italia.

Da sua madre Maurizio aveva imparato a fare il pane e nel 1999, ottenuta regolare licenza, decide di avviare la propria attività fra mille difficoltà e punti interrogativi.

Oggi il Forno Santa Rita sforna uno dei pani più buoni d’Italia, recensito da riviste importanti e gratificato da diversi premi, fra tutti il “Best in Sicily” assegnato dal portale “Cronache di gusto” alle eccellenze siciliane.

Oltre a fare pane e specialità da forno biologiche, Maurizio Spinello organizza eventi per far conoscere a turisti e autoctoni la bellezza del borgo rurale dove lavora e vive con moglie e figli.

Un piccolo agglomerato di case antiche immerso nella campagna nissena, insieme al lavoro l’ingrediente più prezioso di questo pane così buono.

Per saperne di più “Forno Santa Rita” è su Facebook.

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Azienda Agricola Biologica Cammarata

cammarata La loro caciotta stagionata ha conquistato il terzo posto per i formaggi caprini a latte crudo nella X° edizione del Premio Roma per i migliori formaggi.

Ma l’azienda agricola biologica Cammarata era già conosciuta per aver meritato l’Oscar Green nel 2010 per lo stile e la cultura d’impresa.

Dietro questi riconoscimenti ci sono le colline di Contrada Chiapparia, fra Caltanissetta e San Cataldo, dove grazie al lavoro di Luca Cammarata e di chi lo collabora, oltre 200 capre di razza maltese vengono allevate e nutrite con prodotti vegetali ottenuti da coltivazioni biologiche e tecniche che nulla hanno a che vedere con i metodi industriali di gestione dell’allevamento.

Capra-Maltese-di-Luca-Cammarata, Torronificio Geraci, CaltanissettaLa filosofia dell’azienda Cammarata è quella di offrire prodotti sani e genuini senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi, rispettando l’ambiente e le esigenze delle capre dalle quali ricavano il latte crudo e gli altri prodotti, lo yogurt e i formaggi.

Per saperne di più e contattare l’azienda è possibile andare sul sito www.aziendacammarata.it.

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Torta semplice all’arancia

Ricetta, Torta semplice all'arancia, Torronificio Geraci, Caltanissetta

Ricetta, Torta semplice all'arancia, Torronificio Geraci, CaltanissettaUno dei frutti della terra che meglio rappresenta la Sicilia nel mondo è l’arancia, con il suo profumo inconfondibile e il colore intenso che la caratterizza.

Molto usata in cucina, l’arancia si presta alle preparazioni più varie deliziando gli amanti del dolce ma anche del salato.

La torta che vi proponiamo è molto semplice, non contiene lieviti e ha una modesta dose di burro.

Per la buona riuscita di questo dolce soffice e leggero è molto importante però montare bene le uova.

Gli ingredienti da utilizzare sono i seguenti:

  • quattro uova
  • un’arancia di piccole dimensioni, matura al punto giusto (la buccia deve essere in buone condizioni)
  • grammi 300 di farina tipo 00
  • grammi 300 di zucchero, preferibilmente di canna;
  • grammi 30 di burro
  • una noce di burro e della farina per ungere la teglia, nel caso non abbiate lo stampo in silicone,
  • zucchero al velo (facoltativo).

Rompete le uova in una terrina, aggiungete lo zucchero e montate il tutto con la frusta elettrica fino a quando il composto non diventi spumoso.

Setacciate la farina un po’ alla volta sopra il composto di uova e zucchero e mescolate il tutto cercando di evitare che si formino grumi, magari usando di nuovo la frusta.

Grattugiate la scorza dell’arancia unendola agli altri ingredienti, in modo che assorbano l’aroma del frutto in maniera uniforme e incorporate all’impasto, filtrandolo con un colino, anche il succo dell’arancia e infine il burro fuso.

Mescolate ancora gli ingredienti con la frusta elettrica e versate l’impasto in una tortiera unta o in uno stampo in silicone.

Portate la temperatura del forno a 180° e fate cuocere per un’ora.

A fine cottura capovolgete la torta su un piatto e spolveratela (se volete) con lo zucchero al velo, ma il dolce risulta buono anche senza!

Ricetta, Torta semplice all'arancia, Torronificio Geraci, Caltanissetta

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Dolce Sicilia

La copertina di Dolce Sicilia, Torronificio Geraci

La copertina di Dolce Sicilia, Torronificio GeraciUn libro fotografico è l’ideale per raccontare l’eccellenza dolciaria siciliana, soprattutto se vincitore della Sezione Italia del Gourmand World Cookbook Award nel 2012.

Il volume si intitola “Dolce Sicilia” ed è il risultato del lavoro del fotografo Giò Martorana e del giornalista Marco Ghiotto, due cognomi che calzano a pennello con le vicende narrate nelle 176 pagine del libro, edito da Electa.

Denso di illustrazioni e storie, il volume racconta un’eredità agroalimentare che nasce dalla biodiversità del territorio e dalla grande inventiva degli artigiani siciliani.

Ogni prodotto è una storia e un paesaggio, insomma il pezzo di un’isola mai uguale a sé stessa come fosse uno scrigno pieno di tesori nascosti.

Nel libro ci siamo anche noi, tra fichi d’india, mandorle, pistacchi, ceramiche pregiate e informazioni utili sulla Sicilia delle produzioni artigianali d’eccellenza.

“Dolce Sicilia” è anche un bel regalo agli intenditori di fotografia, magari accompagnato da qualche prelibatezza nostrana per dare forma e gusto alla nostra bellissima isola.

Dolce Sicilia 2Dolce Sicilia 1

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B&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso

B&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso, Rorronificio Geraci

B&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso, Rorronificio GeraciQuando la modernità si nutre del rapporto con il passato, si può ricavare una camera da letto super accessoriata anche da un tugurio.

Per farlo occorre però tanto coraggio, forza di volontà e denaro da investire. Beatrice Giammusso ha 68 anni e tenacia da vendere.

Quando nel 2007 ha avviato il suo bed & breakfast alla Provvidenza, uno dei quartieri più antichi e affascinanti di Caltanissetta ormai da anni abbandonato al degrado, le stanze a disposizione erano tre.

Oggi la signora Beatrice ha ristrutturato e arredato ben 20 tra stanze e appartamenti, trasformando il suo B&B in albergo diffuso.

Nel cuore di Caltanissetta, a due passi dalla piazza principale, “Antichi ricordi”, così si chiama la struttura messa in piedi dalla Giammusso, offre alla sua clientela la possibilità di un bagno turco, un idromassaggio o una doccia emozionale a base di essenze e colori.

Le stanze (alcune delle quali ideate per accogliere persone con disabilità) portano i nomi delle miniere che hanno caratterizzato la storia della provincia nissena fino al Novecento inoltrato e sono abbellite da opere di artisti locali, nell’ottica della valorizzazione del territorio.

Riproporre ciò che è antico proiettandolo nella modernità somiglia molto alla nostra filosofia aziendale dell’innovare la tradizione ed è per noi un buon esempio da offrirvi.

Per saperne di più http://www.antichiricordi.com/.