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C’è chi la vuole cotta e c’è chi la vuole cruda. La mela è sempre una protagonista della nostra tavola!

Le mele cotteSi può passare dalla cassata della settimana scorsa alle mele cotte? Se avete lo stomaco pesante ma non volete rinunciare al dolce, certamente. Le mele cotte possono essere un fine pasto gustoso e facile da eseguire e la mia è una ricetta di battaglia che nasce dall’esigenza di avere un dessert leggero e digeribile.
Quello che avevo in casa.
Quello che avevo in casa.
Certo, esistono mille altri modi per preparare le mele cotte ma voglio suggerirvi anche il mio:
  • Tre mele (le Golden sarebbero state più indicate ma ho preferito usare le mele che avevo in casa);
  • tre bicchieri d’acqua;
  • tre cucchiai di zucchero di canna.
  • In realtà per evitare l’ossidazione delle mele occorrerebbe intingerle nel succo di limone.
  • Una spruzzata di cannella e qualche chiodo di garofano servirebbero poi a insaporirle maggiormente. Ma ho voluto ridurre all’osso la preparazione delle mele e ho scoperto che sono buone anche così.
Sbucciate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a fettine. Versate i tre bicchieri d’acqua in una pentola e aggiungete lo zucchero, mescolate il tutto e portate a ebollizione. Quando l’acqua bolle, gettate le mele nella pentola e mettete un coperchio. Vi consiglio però di non coprire interamente la pentola ma di lasciare uno spiraglio per evitare che lo sciroppo fuoriesca.
Le mele cotte
Le mele cotte
Fate cuocere per 40 minuti se le preferite ben cotte, come me.
Un tocco di zucchero di canna
Un tocco di zucchero di canna
A cottura ultimata potete mangiarle ancora calde o fredde, a piacer vostro. Non sembra niente di che ma il sapore della mela, resa morbida e avvolta da un piccolo tocco di zucchero, può aiutare a concludere un pasto degnamente.
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Panella? Un piatto da re, parola di Pippo Labrone!

Panelle ancora da friggere
Le formine per fare le panelle
Le formine per fare le panelle
Lo trovate sempre in via Scovazzo, intento a friggere e imbottire. Pippo Labrone lavora nella sua bottega fin dalle prime luci del mattino per realizzare, insieme a suo figlio Totò, l’impasto che poi servirà a ricavare tante panelle gustose e croccanti. Queste mezze lune di farina di ceci oggi fanno parte dello “street food” ma esistono da tempo immemore. A Palermo le panelle si fanno con le erbe aromatiche, usanza che non esiste a Caltanissetta
Pippo Labrone fa le panelle
Pippo Labrone fa le panelle
Nelle nostre zone la panella è infatti nuda e profumi e aromi le vengono dati dall’olio bollente. Una passione per il ciclismo alle spalle che lo ha portato a vincere diversi campionati regionali, Pippo ha oggi 75 anni e lavora da quando ne aveva dieci. Da bambino vendeva le panelle prodotte da suo padre Salvatore, pioniere dell’attività e custode di una ricetta che si tramanda di padre in figlio. Durante la seconda guerra mondiale, Salvatore era cuoco all’Istituto Testasecca, allora adibito ad ospedale militare. Di origini palermitane ma trapiantato a Caltanissetta, Salvatore avviò la sua attività a guerra finita. Oggi quell’attività esiste ancora, in un territorio dove la crisi economica ha tagliato le gambe a molti.
La frittura
La frittura
La mafalda è il classico pane da imbottire con le panelle
La mafalda è il classico pane da imbottire con le panelle
Il segreto di questo successo? «La qualità del prodotto» dice Pippo, categorico. E un lavoro indefesso che lo ha portato ad aprire un altro chiosco nella zona periferica della città. A noi non resta che augurargli di continuare a fare un buon lavoro!
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Signore e Signori, Sua Maestà la Cassata!

La cassata
La cassata siciliana
La cassata siciliana
La ricotta può non piacere e la pasta reale risultare molto dolce a quanti non amano la pasticceria. Ciò detto, aggiungo che tutti (o quasi) mostrano di apprezzare la cassata per il suo aspetto. Se la pasticceria siciliana è un vero e proprio colpo d’occhio, mademoiselle la cassata è infatti la regina di tutte le torte o almeno di quelle isolane.
Mademoiselle la cassata
Mademoiselle la cassata
La glassa la rende eterea e la pasta reale, vivace. La corona di frutta candita, poi, le conferisce un aspetto regale e le vetrine di ogni pasticceria guadagnano in bellezza grazie a questo dolce, dalle origini che si perdono nella notte dei tempi.
La frutta candita elegante e maestosa
La frutta candita elegante e maestosa
Anche in questo caso, due scuole di pensiero tirano in ballo l’una i romani (dal latino caseum, formaggio) e l’altra gli arabi (qas’at, bacinella). Le diverse varianti locali della cassata, inserita nell’Elenco nazionale dei Prodotti agroalimentari tradizionali, ci dicono però che le storie sulle sue origini non sono poche. E anche se non è una torta di compleanno, si presta a qualsiasi occasione. Non trovate anche voi?
La cassata siciliana come la facciamo noi
La cassata siciliana come la facciamo noi
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Torta al limone senza lieviti

Questa torta al limone è molto semplice da realizzare e il fatto che non contenga lieviti la rende ancora più digeribile rispetto ad altri dolci.
ingredienti
Uova e limone, gli ingredienti principali per realizzare questo dolce.
Gli ingredienti da utilizzare sono i seguenti:
  • quattro uova
  • un limone non trattato dalla buccia compatta e in buone condizioni
  • grammi 300 di farina tipo 00
  • grammi 300 di zucchero
  • grammi 30 di burro
  • una noce di burro e un po’ di farina per ungere la teglia, nel caso non abbiate lo stampo in silicone.
Rompete le uova dividendo i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ferma. Mettete i tuorli in una terrina e aggiungete piano piano lo zucchero, sempre mescolando per ottenere un composto spumoso al quale unire gli albumi montati in precedenza. Setacciate la farina un po’ alla volta sopra il composto di uova e zucchero e mescolate il tutto cercando di evitare che si formino grumi, magari usando la frusta elettrica.
stampo
L’impasto nello stampo in silicone.
Lavate bene il limone e grattugiate la scorza unendola agli altri ingredienti, aggiungendo infine il burro fuso. Mescolate ancora tutto con la frusta elettrica e versate l’impasto in una tortiera unta o in uno stampo in silicone. Portate la temperatura del forno a 180° e fate cuocere per un’ora. A fine cottura capovolgete la torta su un piatto e fate raffreddare.
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Gelato al Cioccolato

Gli ingredienti del gelato al cioccolato.
Gli ingredienti del gelato al cioccolato.
“Gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato” dice il refrain del grande successo musicale cantato da Pupo. Con il suo colore scuro e quel sapore dolce non ben definito, il gelato al cioccolato può essere considerato un intramontabile leitmotiv della gelateria. Chi possiede una gelatiera può prepararlo a casa utilizzando gli ingredienti che più preferisce. Per la nostra versione leggera abbiamo utilizzato il cacao amaro e il risultato non vi deluderà:
  • Un litro di latte parzialmente scremato
  • Grammi 125 di cacao amaro
  • Grammi 600 di zucchero
  • Due albumi d’uovo.
Rompete le uova separando i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve. Mettete lo zucchero in una casseruola e aggiungete, setacciandoli con un colino, i 125 grammi di cacao amaro.  
L'amalgama di cacao e zucchero.
L’amalgama di cacao e zucchero.
L'aggiunta degli albumi a neve.
L’aggiunta degli albumi a neve.
Amalgamate bene il tutto e incorporate gli albumi a neve, continuando a mescolare. Versate infine il latte parzialmente scremato e mescolate in modo che non si formino grumi.
Il gelato al cioccolato.
Il gelato al cioccolato.
Mettete la casseruola sul fuoco basso per una decina di minuti, continuando a mescolare in modo che gli ingredienti si fondano bene ma senza arrivare ad ebollizione. Lasciate raffreddare il composto a temperatura ambiente e, quando si sarà raffreddato, riponetelo in frigorifero per qualche ora. Versate infine il composto nella gelatiera e se un giro non dovesse essere sufficiente a far mantecare il gelato, programmatene un altro.
Il gelato al cioccolato e' pronto.
Il gelato al cioccolato e’ pronto.
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La ricetta del tè freddo alla menta

ricetta, the freddo alla menta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaricetta, the freddo alla menta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaLe temperature estive non sono amiche di una cucina eccessivamente calorica, così anche il nostro blog offrirà soluzioni fresche per i pasti o i rendez–vous pomeridiani di questi mesi. Per realizzare il tè tè freddo alla menta occorrono veramente pochissime cose. Tuttavia un ramoscello di menta fresca è quello che farà la differenza nel rendere il vostro infuso dissetante e profumato. Di seguito, gli ingredienti:
  • Due litri d’acqua naturale.
  • Tre grandi cucchiai (come quello in foto) di zucchero integrale di canna. Se preferite una bevanda meno dolce, ne basteranno due.
  • Due bustine di english breakfast tea (usiamo il tè in bustina per velocizzare il procedimento).
  • Sei foglie di menta fresca.
Versate l’acqua in una pentola capiente e fatela bollire. Quando l’acqua avrà raggiunto l’ebollizione, spegnete il fuoco e mettete i due filtri di tè in infusione, aggiungendo i tre (o due, se volete la bevanda meno dolce) cucchiai di zucchero integrale di canna e le foglie di menta. Lasciate tutto in infusione almeno per due ore e fate raffreddare a temperatura ambiente. Quando il tè si sarà raffreddato, versatelo in una brocca o in una bottiglia di vetro da riporre in frigorifero. Il tè freddo alla menta è l’ideale per rinfrescarsi negli afosi pomeriggi mediterranei.
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Vicolo Duomo, gastronomia d’asporto, Caltanissetta

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNon avete tempo di cucinare ma non volete rinunciare alla genuinità e alla prelibatezza della cucina tradizionale siciliana? Dovete offrire un banchetto e fare ottima figura? vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciA Caltanissetta, il ristorante Vicolo Duomo nella sostanza non ha mai smesso di esistere, oggi trasformato in una gastronomia d’asporto con possibilità di servizio catering. vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNato circa vent’anni or sono dall’estro di Angela Mendola e Aldo Scarlata, il Vicolo Duomo ha sempre offerto una gastronomia molto legata al territorio, proponendo piatti a base di verdure come finocchietti selvatici e “mazzaredde”, formaggi locali e altro ancora. Il ristorante (prima ubicato in piazza Garibaldi) è diventato la gastronomia d’asporto che si trova in via Piemonte 10. Grazie all’impegno quotidiano di Angela e Aldo e della figlia, Francesca Scarlata, i fornelli del Vicolo Duomo continuano a proporre una cucina basata sulla rielaborazione di piatti tipici dell’entroterra siciliano realizzati con ingredienti locali. Vale la pena di provare!
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Ristorante Gigimangia, Palermo

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoNe è passata di acqua sotto i ponti dai tempi della salumeria al civico 116 di via Principe Belmonte, una delle strade più in di Palermo. Ventisei metri quadri di pavimento, calpestato da personaggi del jet set come Raimondo Lanza e Susanna Agnelli e figure intramontabili della cultura e dell’arte come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Maria Callas. Ma la famiglia Mangia dimostra di avere voce in capitolo in materia di cibo ben prima dell’apertura della salumeria, avviata nel 1943 e preceduta da significative esperienze intraprese a Napoli e a Tripoli. ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoOggi il buon nome della famiglia continua ad essere portato avanti da Gigi Mangia, titolare del ristorante nato dalla salumeria nel 1989. La leggerezza dello stare a tavola e la profondità di una tradizione gastronomica millenaria sono caratteristiche che si possono già avvertire visitando il sito internet (www.gigimangia.com) ma che vale la pena di verificare personalmente. Gli amanti del vino troveranno trecento etichette in gran parte siciliane, da accompagnare a piatti preparati con cura e maestria. Proprio per queste competenze, che derivano anche da una storia familiare radicata nel settore alimentare, il ristorante di Gigi Mangia ha ricevuto, nel 2013, il Certificato di Eccellenza da parte di TripAdvisor. www.gigimangia.com
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Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”

Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”Fra le pagine di Leonardo Sciascia la cucina siciliana ha il posto che merita e le specialità gastronomiche e dolciarie citate dallo scrittore di Racalmuto sono quelle che meglio rappresentano l’isola nel mondo. Si passa dalle panelle allo sfoglio di Polizzi Generosa, dal biancomangiare al torrone e a molto altro. Che le pagine di Sciascia non disdegnino la cucina lo si può notare leggendo le sue opere, oppure lasciandosi condurre dal nuovo libro di Salvatore Vullo dal titolo significativo “Di terra e di cibo”, settantatré pagine edite da Salvatore Sciascia nel 2014. Vullo rilegge l’opera di Sciascia alla luce del legame dello scrittore con la civiltà contadina e il libro risulta facile e scorrevole alla lettura. A concludere il saggio è un ricettario con alcune specialità citate nei romanzi di Sciascia e quelle che lo scrittore di Racalmuto amava preparare personalmente. Come la “caponata di Leonardo” presente nel libro nella versione interpretata da Giannola Nonino, l’imprenditrice dell’omonima distilleria grande amica dello scrittore. In definitiva, nel libro letteratura e cucina sono considerate espressioni dell’anima del territorio siciliano ed è questa la ragione che ci spinge a consigliarvelo. Troverete tante cose su noi siciliani, o almeno utili tracce da cui partire per il vostro viaggio alla scoperta di questa meravigliosa isola.