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Con un’attività che si tramanda di padre in figlio, Giuseppe Romano non demorde!

Giuseppe Romano all'opera
Giuseppe Romano all'opera
Giuseppe Romano all’opera!
Nei mesi scorsi Palermo ha riscoperto i lustrascarpe grazie alla locale Confartigianato. È bastata un’apposita selezione a richiamare settanta possibili “sciuscià” da destinare alle zone centrali del capoluogo siciliano. Ben settanta persone, alcune delle quali con laurea in tasca! Anche a Caltanissetta questo antico mestiere non ha mai perso il suo fascino ma il merito è tutto di una sola persona, Giuseppe Romano. Giuseppe dice di avere 87 anni ma guardandolo non si direbbe proprio. Sarà la passione per il lavoro a mantenerlo così bene? Tutte le mattine apre la sua bottega in corso Umberto, zona centralissima della città. Con poche cose, un ombrellone per difendersi dal sole o dalle intemperie, due sedie, spazzole, lucido e attrezzi del mestiere, da ben 75 anni Giuseppe non manca mai all’appuntamento. Mai! Nonostante le scarpe di oggi non siano più quelle di ieri e la pelle sia, in molti casi, un lontano ricordo. «Se mi metto a riposo…» Giuseppe fa il gesto della morte. «Ho un passatempo» sottolinea di essere vedovo e di continuare a lavorare anche per questo.  
Una bottega all'aperto
Una bottega all’aperto.
Chi ama il centro storico di Caltanissetta riesce ad immaginare la strada del Collegio senza di lui?
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Panella? Un piatto da re, parola di Pippo Labrone!

Panelle ancora da friggere
Le formine per fare le panelle
Le formine per fare le panelle
Lo trovate sempre in via Scovazzo, intento a friggere e imbottire. Pippo Labrone lavora nella sua bottega fin dalle prime luci del mattino per realizzare, insieme a suo figlio Totò, l’impasto che poi servirà a ricavare tante panelle gustose e croccanti. Queste mezze lune di farina di ceci oggi fanno parte dello “street food” ma esistono da tempo immemore. A Palermo le panelle si fanno con le erbe aromatiche, usanza che non esiste a Caltanissetta
Pippo Labrone fa le panelle
Pippo Labrone fa le panelle
Nelle nostre zone la panella è infatti nuda e profumi e aromi le vengono dati dall’olio bollente. Una passione per il ciclismo alle spalle che lo ha portato a vincere diversi campionati regionali, Pippo ha oggi 75 anni e lavora da quando ne aveva dieci. Da bambino vendeva le panelle prodotte da suo padre Salvatore, pioniere dell’attività e custode di una ricetta che si tramanda di padre in figlio. Durante la seconda guerra mondiale, Salvatore era cuoco all’Istituto Testasecca, allora adibito ad ospedale militare. Di origini palermitane ma trapiantato a Caltanissetta, Salvatore avviò la sua attività a guerra finita. Oggi quell’attività esiste ancora, in un territorio dove la crisi economica ha tagliato le gambe a molti.
La frittura
La frittura
La mafalda è il classico pane da imbottire con le panelle
La mafalda è il classico pane da imbottire con le panelle
Il segreto di questo successo? «La qualità del prodotto» dice Pippo, categorico. E un lavoro indefesso che lo ha portato ad aprire un altro chiosco nella zona periferica della città. A noi non resta che augurargli di continuare a fare un buon lavoro!
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Un bell’esempio: LiberaTerra

libera-terraFare vino e cibo all’insegna della legalità si può, parola di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie! Nata nel 1995 Libera è oggi un coordinamento che assembla oltre 1600 associazioni e realtà che diffondono la cultura della legalità. Come? Attraverso una serie di azioni che vanno dai campi di formazione antimafia alle attività antiusura, dai progetti su lavoro e sviluppo a molto altro. logo_libera_terraAnnoverata dall’Eurispes come eccellenza italiana nel 2008 e inserita nella classifica 2012 delle cento migliori ONG del mondo stilata dal Global Journal, nel 2006 Libera ha dato vita all’Agenzia per lo Sviluppo cooperativo e la legalità con l’obiettivo di sostenere e rendere solida la crescita di quelle cooperative a marchio Libera Terra nate per rendere produttivi i beni confiscati ai boss mafiosi. Del 2008 è invece il consorzio ONLUS Libera Terra Mediterraneo che raggruppa le stesse cooperative sociali che gravitano attorno al marchio Libera Terra e che oggi producono vino, agrumi, mozzarelle, olio extravergine d’oliva, pasta, legumi, miele, conserve e molto altro utilizzando i beni confiscati alle mafie. Si tratta per lo più di centinaia di ettari e strutture produttive sottratti al controllo della criminalità organizzata in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania e destinati alla produzione agroalimentare d’eccellenza realizzata e smaltita da nove cooperative e tredici botteghe che fanno capo a Libera. Davvero un bell’esempio produttivo all’insegna di legalità, giustizia sociale, qualità, tradizione e rispetto delle persone sul quale ottenere maggiori informazioni consultando www.liberaterra.it. 03
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Le Ceramiche Fratantoni

Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Santo Stefano di Camastra ha un’illustre tradizione di ceramiche, lo si può vedere visitando il centro della città, dove piccole botteghe espongono in vetrina o ai lati dell’ingresso le loro creazioni più significative e variopinte. Un turista o chiunque apprezzi questi piccoli capolavori dell’artigianato può trovare a Santo Stefano ciò che più gli piace, dai piatti all’oggettistica, dai complementi d’arredo alla creazione di pavimenti con colori e figure della tradizione siciliana. Insomma in questa città, dai numeri civici delle case alle fontane e ai muri, tutto parla di ceramica e ogni “mastro” ha la sua mano.
Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Fra tutte le produzioni di ceramica che Santo Stefano offre, l’azienda Fratantoni è degna di rilievo, fondata nel lontano 1935 da Pietro, Saro, Edoardo e Nino, figli del vecchio ceramicaro Filippo. Dai primi oggetti in terracotta foggiati al tornio, i fratelli passano alla produzione meccanica dei vasi per uso vivaistico e negli anni Settanta avviano la produzione delle tipiche mattonelle maiolicate della tradizione stefanese. Oggi l’azienda occupa i primi posti nel settore della ceramica e sperimenta tecniche innovative da affiancare alle produzioni tradizionali delle quali si dimostra esperta. Per saperne di più è comunque possibile cliccare su www.fratantoni.it
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Gyrotonic Expansion System

Volete migliorare la vostra postura e avere una muscolatura tonica o una colonna vertebrale più elastica? Il vostro benessere psicofisico risente dei ritmi frenetici della vita quotidiana o dell’avanzare degli anni? Ripensate voi stessi! imgIl vostro corpo e la vostra interiorità possono trarre enormi benefici dai metodi sviluppati dal danzatore ungherese Juliu Horvath e compresi nel Gyrotonic Expansion System. Questo speciale sistema di esercizio fisico assembla i principi della danza classica, dello yoga, delle arti marziali, del nuoto e della ginnastica, armonizzandoli in una disciplina che permette al corpo di andare oltre i suoi limiti e di migliorare nel suo complesso. Il Gyrotonic Expansion System è un’attività ideale per grandi e piccini, danzatori e atleti, amanti del fitness e donne che vogliono recuperare la forma fisica dopo il parto. Ideato negli anni Ottanta del secolo scorso e ormai diffuso nel mondo, il Gyrotonic è molto diffuso anche in Italia e non soltanto nelle grandi città. Chiunque voglia praticare quest’attività a Caltanissetta o ottenere maggiori informazioni a riguardo può, per esempio, cliccare sul sito internet www.gyrotoniccaltanissetta.it La giusta attenzione al respiro e alla postura del corpo e la dinamicità multidirezionale dei movimenti, principali caratteristiche di questo metodo, vi permetteranno di riscoprire la vostra dimensione di persone.
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Birra dello Stretto

birrificio-messina-765x437Nel lontano 1923 la Birra Messina muoveva i primi passi di una vita ricca di meriti e riconoscimenti. La sua lunga storia è stata però travagliata dalle ultime vicende di una crisi deflagrata nel 2007, quando Heineken,  titolare dello storico marchio messinese, decide di dire addio alla Sicilia continuando a produrre altrove. Da allora molte cose sono cambiate e i progetti siciliani, non andati felicemente in porto. Nel 2011, quando gli operai dello stabilimento messinese perdono il lavoro, tutto suggerirebbe la fine tragica della loro vicenda occupazionale. Invece si tratta del punto di partenza di una bella storia, fatta di volontà, sacrifici e tenacia. Una storia che nasce dalla dedizione al lavoro e dal rispetto delle competenze acquisite in tanti anni. Perché 15 degli operai licenziati nel 2011 hanno deciso di scommettere di nuovo sulla birra creando una cooperativa per continuare a produrla. Così i metodi e i segreti che i mastri birrai si tramandano di generazione in generazione avranno un futuro grazie a questi dipendenti, che hanno avviato il birrificio con i loro TFR e sforzandosi di trovare nuovi canali di finanziamento. A questi protagonisti della buona occupazione, che prestano la propria opera in un’isola in ginocchio anche per la mancanza di lavoro, la Regione ha concesso in affitto due capannoni dell’area industriale di Messina, offrendo alcune agevolazioni. Così, da metà settembre, il Birrificio Messina tornerà nei banconi e negli scaffali con tre esempi produttivi di riscatto: Birra dello Stretto, Doc 15 e cruda Doc 15. E allora, forza! Perché le storie di crisi e di licenziamenti possono avere un lieto fine anche in Sicilia.
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Vicolo Duomo, gastronomia d’asporto, Caltanissetta

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNon avete tempo di cucinare ma non volete rinunciare alla genuinità e alla prelibatezza della cucina tradizionale siciliana? Dovete offrire un banchetto e fare ottima figura? vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciA Caltanissetta, il ristorante Vicolo Duomo nella sostanza non ha mai smesso di esistere, oggi trasformato in una gastronomia d’asporto con possibilità di servizio catering. vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNato circa vent’anni or sono dall’estro di Angela Mendola e Aldo Scarlata, il Vicolo Duomo ha sempre offerto una gastronomia molto legata al territorio, proponendo piatti a base di verdure come finocchietti selvatici e “mazzaredde”, formaggi locali e altro ancora. Il ristorante (prima ubicato in piazza Garibaldi) è diventato la gastronomia d’asporto che si trova in via Piemonte 10. Grazie all’impegno quotidiano di Angela e Aldo e della figlia, Francesca Scarlata, i fornelli del Vicolo Duomo continuano a proporre una cucina basata sulla rielaborazione di piatti tipici dell’entroterra siciliano realizzati con ingredienti locali. Vale la pena di provare!
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Ristorante Gigimangia, Palermo

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoNe è passata di acqua sotto i ponti dai tempi della salumeria al civico 116 di via Principe Belmonte, una delle strade più in di Palermo. Ventisei metri quadri di pavimento, calpestato da personaggi del jet set come Raimondo Lanza e Susanna Agnelli e figure intramontabili della cultura e dell’arte come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Maria Callas. Ma la famiglia Mangia dimostra di avere voce in capitolo in materia di cibo ben prima dell’apertura della salumeria, avviata nel 1943 e preceduta da significative esperienze intraprese a Napoli e a Tripoli. ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoOggi il buon nome della famiglia continua ad essere portato avanti da Gigi Mangia, titolare del ristorante nato dalla salumeria nel 1989. La leggerezza dello stare a tavola e la profondità di una tradizione gastronomica millenaria sono caratteristiche che si possono già avvertire visitando il sito internet (www.gigimangia.com) ma che vale la pena di verificare personalmente. Gli amanti del vino troveranno trecento etichette in gran parte siciliane, da accompagnare a piatti preparati con cura e maestria. Proprio per queste competenze, che derivano anche da una storia familiare radicata nel settore alimentare, il ristorante di Gigi Mangia ha ricevuto, nel 2013, il Certificato di Eccellenza da parte di TripAdvisor. www.gigimangia.com
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Antica Focacceria San Francesco

antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaantica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Se Palermo si potesse mangiare avrebbe i sapori e gli aromi delle case nelle ore dei pasti, degli angoli del centro più ricchi di cibo di strada, delle gastronomie di qualità e delle pasticcerie di prestigio. Immersa in uno scenario tradizionale di cassate, pani c’a meusa (pane con la milza), frutta di martorana, sfincioni e tante altre specialità, ricca di arte, cultura e storia, Palermo è una e mille anche in cucina. Tra i luoghi più caratteristici dove gustare dell’ottimo cibo tradizionale palermitano, l’Antica Focacceria di San Francesco non vi deluderà. Nel 1834, il maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica Salvatore Alaimo riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico edificio in centro e vi apre una focacceria. Inizia così il lungo valzer di fragranze, sapori e aromi che porta Alaimo ad inventare la focaccia maritata, con carne di taglio economico alla portata della borsa dei meno abbienti. Divenuta la tavola siciliana di Giuseppe Garibaldi negli anni del Risorgimento e il principale bersaglio della nobiltà per aver diffuso la pasta ch’i sardi, considerata fino al 1861 pietanza reale, nella sua lunga vita l’Antica Focacceria è luogo d’incontro di artisti, scrittori e intellettuali. antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Il logo dell’attività risale al 1901 ed è opera dell’architetto Ernesto Basile e l’attuale denominazione, Antica Focacceria di San Francesco, al 1902. Le tappe della storia di questo luogo caratteristico sono talmente ricche di avvenimenti significativi che rimandiamo al sito www.anticafocacceria.it per ulteriori informazioni.
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Alaimo&Strazzeri, La Cuddrireddra.

cuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettacuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Come molte altre specialità della pasticceria siciliana, la cuddrireddra è nata fra le pareti domestiche, dall’estro delle massaie che ne hanno tramandato la ricetta di madre in figlia. Questa leccornia tipica del Carnevale di Delia (paese in provincia di Caltanissetta) si chiama Cuddrireddra perché ha le sembianze di una piccola corona, impreziosita dalla mescolanza di ingredienti semplici ma caratteristici del territorio in cui viene prodotta. Si racconta che questa forma la si deve alla volontà di fare omaggio alle castellane della fortezza medievale che sovrastava il paese durante i Vespri siciliani. La farina di frumento viene impastata con il vino, le uova e lo zucchero e il composto ottenuto viene insaporito dalla cannella e dalle scorze d’arancia, lavorato in forma rotonda e fritto in olio d’oliva di produzione locale. Maestra nella preparazione di questo dolce divenuto anche Presidio Slow Food è l’azienda Alaimo&Strazzeri, che svolge a Delia la propria attività utilizzando gli antichi metodi adottati dalla civiltà contadina. Per saperne di più è possibile collegarsi al sito www.lacuddrireddra.com 1
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Gelaterie “FataMorgana”, Roma

Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaGelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaPasseggiare per Roma può essere una buona occasione per gustare le specialità della gelateria artigianale Fatamorgana, nata dall’eclettica esperienza di Maria Agnese Spagnuolo, donna dalle origini pugliesi che trascorre infanzia e adolescenza tra ortaggi, verdure e alberi da frutto. Proprio questo contatto con la genuinità della terra permette a Maria Agnese di affermarsi nella capitale attraverso il gelato, alimento per il quale nutre fin da piccola un’autentica passione. E oggi, nella sola Roma la gelateria Fata Morgana ha ben sette punti vendita, uno dei quali a Trastevere. La storia di questa bella esperienza aziendale inizia con l’acquisto di un manuale sul gelato artigianale italiano in uno dei tanti mercatini dell’usato. Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaL’allora quattordicenne Maria Agnese trasferisce così la sua passione dal palato alle mani. La preparazione del gelato per sé e la famiglia non le impedisce però di studiare per fare l’attrice e di andare in giro per l’Italia con la compagnia teatrale. Nel 2001 Maria Agnese si trasferisce a Roma con il suo compagno, che diventa anche socio negli affari. Una diagnosi di celiachia la spinge a sperimentare nuovi abbinamenti per ottenere gusti compatibili con l’intolleranza al glutine. E quando nel 2002 intraprende seriamente il lavoro di gelataia, anche a causa della crisi del teatro, la sua caratteristica non passa inosservata. Maria Agnese Spagnuolo assembla infatti cinque ingredienti per ogni gusto senza mai usare additivi, addensanti, conservanti, coloranti, paste o preparati di base. La frutta è sempre di stagione e le spezie non sono mai in polvere, tutte ragioni che le hanno procurato una nomination per la qualità da parte del Gambero Rosso, nel 2005. Oggi le oltre trecento ricette di Maria Agnese Spagnuolo comprendono gelati al gusto di baklava, mandorla e arancia, pera al gorgonzola e molto altro, consultabile sul sito gelateriafatamorgana.com. Ma i gelati è meglio mangiarli e ottimi (per noi) sono quelli ai gusti di liquirizia e di basilico, noci e miele.Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di Marcella
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Maurizio Spinello ed il Forno Santa Rita

Maurizio Spinello, Forno Santa Rita, il blog di marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaMaurizio Spinello, Forno Santa Rita, il blog di marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaAssaggiare il pane di Maurizio Spinello vuol dire entrare in un mondo in cui la natura e la terra hanno ancora un valore. Prodotto con farine di grani antichi siciliani ottenute con la molitura a pietra, fatto lievitare lentamente e cotto nel forno a legna, il pane di Maurizio Spinello mantiene la sua fragranza per più di una settimana. Ma gli ingredienti principali di questo cibo tanto quotidiano quanto prelibato non sono soltanto le farine di Russello e Tumminia, grani antichi del nisseno coltivati soprattutto tra Villalba e Marianopoli, o la pasta madre. Dietro al pane di Maurizio Spinello c’è una bella storia nata a Borgo Santa Rita, fatta di sogni e di tenacia per realizzarli proprio a Caltanissetta, un territorio dove le possibilità occupazionali scarseggiano e dove spesso lo scoramento la fa da padrone. Al Borgo Santa Rita, dove recentemente è stato inaugurato il Micro museo del grano e del pane allestito nel palazzo ottocentesco del barone La Lomia, Maurizio Spinello ha trascorso infanzia e giovinezza con la sua famiglia di contadini e allevatori. Oggi nel borgo vivono poche persone ma il lavoro e la perseveranza di Maurizio e dei suoi collaboratori lo hanno reso meta di flussi turistici alla scoperta dei tesori del centro Sicilia. Borgo Santa Rita, Maurizio Spinello, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaProprio all’interno del borgo Maurizio ha infatti edificato il suo forno, anteponendo l‘amore per i luoghi delle origini alla prospettiva di lasciare la famiglia per andare alla ricerca di un lavoro incerto, magari in una delle tante fabbriche del Nord Italia. Da sua madre Maurizio aveva imparato a fare il pane e nel 1999, ottenuta regolare licenza, decide di avviare la propria attività fra mille difficoltà e punti interrogativi. Oggi il Forno Santa Rita sforna uno dei pani più buoni d’Italia, recensito da riviste importanti e gratificato da diversi premi, fra tutti il “Best in Sicily” assegnato dal portale “Cronache di gusto” alle eccellenze siciliane. Oltre a fare pane e specialità da forno biologiche, Maurizio Spinello organizza eventi per far conoscere a turisti e autoctoni la bellezza del borgo rurale dove lavora e vive con moglie e figli. Un piccolo agglomerato di case antiche immerso nella campagna nissena, insieme al lavoro l’ingrediente più prezioso di questo pane così buono. Per saperne di più “Forno Santa Rita” è su Facebook.
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Ivana Riggi, architetto/designer

"The flying city" di Ivana Riggi
Ivana_Riggi
Ivana Riggi
Dagli studi universitari in Architettura al design di gioielli d’autore che hanno riscosso grande successo in Italia e fuori. Nissena, classe 1972, l’ultimo traguardo di Ivana Riggi è l’esposizione della sua collana in rame “Incontri” nella mostra “Dal mare e per il mare” che si terrà all’Hotel Cave Bianche di Favignana, dal 4 al 27 giugno. L’evento dedicato al gioiello contemporaneo nasce da un progetto di Silvia Tardy (titolare della galleria “Internocortile” di Torino) e propone le creazioni di nove artisti e designer di fama internazionale. Ivana Riggi debutta nel settore orafo già nel 2006 con la creazione di Elementi, un marchio di gioielli in oro 18kt ma anche legno di pero, diamante nero, rame, argento, carta, acciaio inox, plexiglass, cuoio e tessuto.
"The flying city" di Ivana Riggi
“The flying city” di Ivana Riggi
Il monile progettato da Ivana Riggi risponde a una funzione estetica ma anche antropologica, come del resto dimostrano le sue collezioni: Geometrie, Movimenti, Sequenze, Incontri, Life, Osmosi, Puppets, Tales, Metasmorfiosa, Piotr, Frattale e Frattalino. Sua è anche la collezione di abiti per donna Dieci abiti nel tempo dalla quale si evince un’ecletticità rafforzata dalla sua attività di scrittrice. Ivana Riggi ha infatti pubblicato con A&B editrice e Aracne edizioni Roma e ha scritto per Design Context, Oltrepensiero Archimagazine e 4amagazine. Fra le mostre cui ha preso parte “VicenzaOro”, “Contemporary Jewels in Stark” a Berlino, “The New Italian Design” a San Francisco e Santiago del Cile. Per saperne di più www.ivanariggi.com
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Azienda Agricola Biologica Cammarata

cammarata La loro caciotta stagionata ha conquistato il terzo posto per i formaggi caprini a latte crudo nella X° edizione del Premio Roma per i migliori formaggi. Ma l’azienda agricola biologica Cammarata era già conosciuta per aver meritato l’Oscar Green nel 2010 per lo stile e la cultura d’impresa. Dietro questi riconoscimenti ci sono le colline di Contrada Chiapparia, fra Caltanissetta e San Cataldo, dove grazie al lavoro di Luca Cammarata e di chi lo collabora, oltre 200 capre di razza maltese vengono allevate e nutrite con prodotti vegetali ottenuti da coltivazioni biologiche e tecniche che nulla hanno a che vedere con i metodi industriali di gestione dell’allevamento. Capra-Maltese-di-Luca-Cammarata, Torronificio Geraci, CaltanissettaLa filosofia dell’azienda Cammarata è quella di offrire prodotti sani e genuini senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi, rispettando l’ambiente e le esigenze delle capre dalle quali ricavano il latte crudo e gli altri prodotti, lo yogurt e i formaggi. Per saperne di più e contattare l’azienda è possibile andare sul sito www.aziendacammarata.it.
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B&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso

B&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso, Rorronificio GeraciB&B Antichi ricordi di Beatrice Giammusso, Rorronificio GeraciQuando la modernità si nutre del rapporto con il passato, si può ricavare una camera da letto super accessoriata anche da un tugurio. Per farlo occorre però tanto coraggio, forza di volontà e denaro da investire. Beatrice Giammusso ha 68 anni e tenacia da vendere. Quando nel 2007 ha avviato il suo bed & breakfast alla Provvidenza, uno dei quartieri più antichi e affascinanti di Caltanissetta ormai da anni abbandonato al degrado, le stanze a disposizione erano tre. Oggi la signora Beatrice ha ristrutturato e arredato ben 20 tra stanze e appartamenti, trasformando il suo B&B in albergo diffuso. Nel cuore di Caltanissetta, a due passi dalla piazza principale, “Antichi ricordi”, così si chiama la struttura messa in piedi dalla Giammusso, offre alla sua clientela la possibilità di un bagno turco, un idromassaggio o una doccia emozionale a base di essenze e colori. Le stanze (alcune delle quali ideate per accogliere persone con disabilità) portano i nomi delle miniere che hanno caratterizzato la storia della provincia nissena fino al Novecento inoltrato e sono abbellite da opere di artisti locali, nell’ottica della valorizzazione del territorio. Riproporre ciò che è antico proiettandolo nella modernità somiglia molto alla nostra filosofia aziendale dell’innovare la tradizione ed è per noi un buon esempio da offrirvi. Per saperne di più http://www.antichiricordi.com/.
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Distilleria PAGURA

Grappa d'artista PAGURA 2014, creazione di Mario Moretti prodotta in 350 esemplari numerati tutti dipinti a manoGrappa d'artista PAGURA 2014, creazione di Mario Moretti prodotta in 350 esemplari numerati tutti dipinti a manoPossono contare sulla storicità del loro marchio, sull’eccellenza della produzione artigianale e su un amore per l’arte che li spinge a collaborare con grandi maestri contemporanei. Questo e molto altro è la distilleria Pagura, dalle origini che si perdono nel 1879, anno in cui Domenico Campagna avviò a Castions di Zoppola il suo primo alambicco. Piano piano, l’attività rudimentale diventò una rivendita di grappa e infine una distilleria, ereditata dal giovane garzone di bottega Lindo Pagura, dal quale l’azienda prende il nome ancora oggi. Giunta alla quarta generazione, Pagura è la più antica distilleria del Friuli e vanta una produzione artigianale eccellente, realizzata con vinacce freschissime derivate da uve provenienti dalle Grave friulane, perfettamente conservate e fatte fermentare per pochi giorni in ambiente anaerobico prima di essere distillate. I prodotti vengono valorizzati grazie a idee come la “grappa d’artista”, creazioni di artisti di fama internazionale in esclusiva per l’azienda. Per saperne di più o per contattare la distilleria è possibile andare sul sito internet www.distilleriapagura.com.
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Experimenta Firenze

Geraci1870.com, Experimenta FirenzeGeraci1870.com, Experimenta FirenzeDavvero un bell’esempio di originalità nel realizzare prodotti d’eccellenza nel campo della cosmetica per il corpo e delle essenze per l’ambiente. Loro sono i “Pazzi fiorentini S.r.l.” e il marchio che hanno messo in piedi si chiama Experimenta Firenze. La loro attività si può sintetizzare in una rivisitazione in chiave moderna dell’antica raccolta di ricette di bellezza, alchimia e prescrizioni mediche opera di Caterina Sforza, della quale una copia originale si trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze. Le ricette dell’antico trattato sono quindi diventate saponi, bagnoschiuma e creme per il corpo prodotti con ingredienti naturali e fragranze particolari come il pane toscano, il cioccolato, la crema pasticcera, il vino Chianti, il cappuccino, l’espresso, l’olio extravergine, la canapa, il gelsomino, gli abbinamenti di frutta e tanti altri aromi. Fra i prodotti per la casa, i profumatori d’ambiente all’erba appena tagliata del Giardino di Boboli, al profumo del mare dopo una nuotata, alla romantica passeggiata in campagna, al sigaro del mio nonno e i marmi profumati in tante fragranze. Degni di nota anche i saponi avvolti da stoffe cucite a mano, i braccialetti e gli orologi con cinturino in lino, cotone e seta cuciti a mano nella migliore tradizione dell’artigianato fiorentino. Insomma, un bel modo per innovare la tradizione che somiglia molto alla nostra filosofia aziendale. Per saperne di più è possibile consultare il sito www.experimenta.it.

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