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Caltanissetta nelle fiabe di Italo Calvino!

Lo sapevate che nella raccolta di Fiabe italiane di Italo Calvino c’è anche Caltanissetta?

Cosa non si scopre quando si hanno nipoti a cui leggere storie!

La Sicilia fa la sua figura tra le fiabe pescate dalla tradizione popolare degli ultimi cento anni e trascritte in italiano da Calvino.

Il sorcetto con la coda che puzza.In questa raccolta tutte le regioni d’Italia hanno un loro spazio e le fiabe sono state trascritte dai vari dialetti. Caltanissetta è rappresentata da “La penna di hu” e dal “Sorcetto con la coda che puzza”, entrambe nel terzo volume della raccolta pubblicata per la prima volta da Einaudi nel 1956.

“Hu” sta per “pavone” e alla fiaba fa da sfondo un fratricidio.

“Il sorcetto con la coda che puzza” è invece un principe, bello ma prigioniero di un incantesimo.

Sarà così anche Caltanissetta, bella ma prigioniera?

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L. Sciascia – Quando il mare si tinge di vino…

L. Sciascia - Il mare colore del vino

L. Sciascia - Il mare colore del vinoMi piace molto viaggiare in treno.

Mi piace girare la Sicilia in lungo e in largo osservando, dal finestrino, il paesaggio che cambia.

Le colline gialle di Caltanissetta coltivate a grano e bruciate dal sole lasciano spazio alla costa e ogni paesaggio ha le sue caratteristiche.

Sarà per questo che “Il mare colore del vino” è uno dei libri di Sciascia che preferisco.

Una raccolta di dodici storie che prende il titolo da una sola, quella che racconta appunto di un viaggio in treno.

Anche leggendo l’intero libro l’impressione è quella di percorrere la Sicilia nel tempo e nello spazio.

L’ironia di Sciascia guida il lettore attraverso dodici facce della stessa terra accomunate da un’unica sconcertante verità umana, dura e raccontata con spietata ironia.

In questo tragitto il lettore non viene, però, privato del divertimento.

Proprio per questo penso che il libro vi piacerà, se già non lo avete letto.

L. Sciascia - Il mare colore del vino

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Roberta Fuschi e Patrizia Maltese: Violenza degenere, storie di donne che hanno sconfitto la paura

violenza-degenereLa violenza inflitta alle donne è interclassista e trasversale a tutta la società e lontanamente da quanto si possa pensare, si tratta di un fenomeno in prevalenza agito dalla ristretta cerchia dei familiari della vittima più che da estranei.

Ma ribellarsi ai propri aguzzini si può ed è proprio questo il messaggio del libro scritto a quattro mani dalle giornaliste Roberta Fuschi e Patrizia Maltese, intitolato “Violenza degenere, storie di donne che hanno sconfitto la paura” e pubblicato nel 2015 dalle edizioni catanesi Villaggio Maori con prefazione della sociologa Graziella Priulla.

Il libro raccoglie le testimonianze delle donne che gravitano attorno al centro antiviolenza Thamaia di Catania, il loro essere vittime di padri, fratelli, partner e il loro iniziale silenzio fra le pareti domestiche, spezzato dalla volontà di farcela a uscire dal tunnel della paura e di denunziare finalmente i propri aggressori.

Alessandra, Alessia, Chiara, Enrica, tutti nomi di fantasia che indicano situazioni realmente accadute e concluse da un sudato lieto fine.

La forza del libro è anche quella di documentare i passi avanti fatti dalla legislazione contro la violenza e di raccontare in modo ben documentato la nascita e l’evoluzione del centro Thamaia fra mille tribolazioni, dai fondi che mancano al superlavoro delle operatrici, non sempre reumunerato come meriterebbe, alle difficoltà e alla forza che occorre per andare avanti in un Paese dove sono ancora poche le risorse destinate al contrasto della violenza di genere.

In definitiva il libro è uno strumento utile per chiunque graviti attorno a questi fenomeni e una speranza per le donne che ogni giorno subiscono in silenzio la violenza di quanti dovrebbero invece rispettarle.

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Chuck Palahniuk, Invisible Monsters

chuck-palahniuk-invisible-monstersL’autore di Fight Club e Soffocare.

Così è scritto a proposito dello scrittore americano Chuck Palahniuk sulla prima di copertina di Invisible Monsters, bel romanzo trasgressivo pubblicato per la prima volta nel 1999 da Norton&Company.

E allora perché non parlare di Fight Club o di Soffocare? Perché Invisible Monsters è lo spazio letterario in cui si muove Brandy Alexander, un personaggio che solo un intervento chirurgico può far diventare completamente donna.

Ma Brandy (la Principessa Brandy) è molto ma molto di più, quasi un’eroina che tutti vorrebbero incontrare nel pieno di una crisi, proprio come accade a Shannon McFarland.

Shannon è una modella alla quale non manca nulla fino al momento in cui un colpo di fucile le sfigura il volto lasciandola anche priva della parola.

Da allora per Shannon tutto cambia: i riflettori si spengono, la carriera è stroncata, il fidanzato la tradisce con l’amica del cuore e l’invisibilità dalla quale viene avvolta la sua vita a causa dell’incidente diviene una dura condizione da affrontare.

«La tua capacità di percezione è completamente fottuta. Tutto quello di cui riesci a parlare è immondizia già accaduta. Non puoi basare la tua vita sul passato o sul presente. Devi raccontarmi del tuo futuro» (dalla Traduzione di Manuel Rosini per la Piccola Biblioteca degli Oscar Mondadori del 2003).

Questo Brandy dice a Shannon ma anche ai lettori che ne hanno bisogno come a chi parla di questo romanzo, in definitiva 227 pagine che costringono a ragionare sul modo in cui la percezione dei fatti può diventare strumento per reinventare sé stessi.

Il resto è l’America che Palahniuk fa narrare in prima persona alla protagonista del romanzo, una Shannon che muove il suo racconto dal prima della sua adolescenza al poi, costruendo, pagina dopo pagina, un finale da brivido.

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David Trueba – “Aperto tutta la notte”

david trube - aperto tutta la notteL’unico posto aperto tutta la notte è casa propria, questa sembra essere la certezza di fondo del romanzo di David Trueba.

Intitolato “Abierto todo la noche” e tradotto per la prima volta in Italia nel 1999, il libro narra le vicende della famiglia Belitre, ambientate in una delle tante palazzine nel cuore della Madrid degli anni Ottanta.

Anche se lo scrittore e giornalista madrileno ci ha di nuovo stupiti con la tragicommedia romantica “Blitz”, tradotta in italiano nel 2016 da Feltrinelli, le vicende dei Belitre non possono non essere ricordate per la simpatia che suscitano.

Un padre cinquantenne si sente schiacciato dalla sua identità di capofamiglia e una madre sempre oberata dagli impegni vive lo stress che le procurano i sei figli.

Poi c’è il nonno Abelardo, che ama scrivere versi e conversare con Dio, mentre la nonna Alma ha alle spalle una vita vissuta a contatto con grandi scrittori ed artisti e intrattiene una corrispondenza epistolare con la sua amica defunta Ernestina Beltran.

Ma i personaggi fuoriusciti dalla penna di Trueba comprendono anche sei ragazzi fra i nove e i ventotto anni, ognuno con una caratteristica.

Félix è il maggiore ed è appassionato di cinema, Basilio ha un aspetto terrificante, accompagnato da un grande talento artistico.

Nacho ha successo con le donne mentre Gaspar è uno scrittore in erba. Lucas è un amante dei pesci e Mathias, affetto dalla sindrome di Latimer, crede di essere il capofamiglia.

Autore di un improbabile quanto efficace trattato sull’aggressività sociale, uno psichiatra mancato pianta la tenda nel giardino di casa per svolgere la sua attività al servizio della famigliola, così come si prodigano per la famiglia le altre figure coinvolte nella storia.

Con il suo ritmo travolgente e la sua verve umoristica, “Aperto tutta la notte” ricorda alla lontana la saga dei  Malaussène di Pennac e segna il successo di un autore tradotto in più di dodici lingue.

david trube - aperto tutta la notte

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Ragazzi di Zinco

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Il premio Nobel conferito alla scrittrice Svetlana Aleksievic acquista in Italia un senso ancora maggiore, soprattutto in relazione alle consuetudini di raccolta delle fonti orali e delle esperienze umane che circondano le grandi vicende così come la storia in genere.

Nel paese di Danilo Dolci e dei “Banditi di Partinico”, il lettore non si troverà spiazzato nel leggere “Ragazzi di zinco”, tradotto in italiano nel 2003 dalle Edizioni e/o.

Trecento sedici pagine zeppe di voci che raccontano la tragedia sovietica della guerra in Afghanistan, protrattasi tra il 1979 e l’89. I ragazzi e le ragazze che partirono per quella che il regime comunista definì la “grande causa internazionalista e patriottica” furono almeno un milione, dei quali molti tornati chiusi dentro bare di zinco e sepolti nell’oscurità della notte.

Mezzo milione furono invece le sole vittime afgane.

Il libro della giornalista e scrittrice di origine bielorussa riporta le voci delle madri dei soldati uccisi, dei feriti di guerra, delle infermiere che hanno vissuto la vicenda come un’avventura patriottica e, non ultime, le voci di chi è tornato da un inferno che l’URSS ha poi minimizzato se non nascosto. “Ragazzi di zinco” è un libro corale, che racconta una verità cruda e straziante.

Un libro che appassiona nel far riflettere sulle infinite miserie causate dalle guerre.

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Jean–Claude Izzo, Chourmo

Jean-Claude Izzo, Chourmo, il blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaCosa c’entra il torrone con un noir ambientato nella Marsiglia delle periferie più povere?

Cosa c’entrano i beur (nati in Francia da genitori arabi) e i rigurgiti fondamentalisti che attecchiscono nelle grandi città occidentali?

Il mondo è investito da un cambiamento epocale e le trasformazioni riguardano tutti gli aspetti della vita, cibo compreso.

Il fatto che la nostra azienda si trovi a vivere in un territorio toccato da questi cambiamenti è forse il motivo che ci ha spinto ad apprezzare le pagine del secondo libro della Trilogia di Jean – Claude Izzo, “Chourmo” (Edizioni e/o).

Il protagonista è Fabio Montale, ex poliziotto dal passato burrascoso, figlio di nabos (emigrati napoletani) e all’apparenza simile a un “Montalbano” francese. Montale si trova a dover sbrogliare l’intricata matassa composta da tre delitti fra loro collegati, che lo porta a mettere il naso negli ambienti mafiosi interessati al porto della città ma anche nella cerchia razzista del Fronte nazionale e nel traffico d’armi degli integralisti islamici.

A far da sfondo a delitti e indagini, le periferie marsigliesi più povere, veri e propri focolai di odio e di violenza dove è possibile perdersi nei traffici illeciti o nella droga.

Le stesse periferie dove si può cadere nelle maglie del terrorismo o evitare una brutta fine entrando a far parte del chourmo.

L’espressione, che in provenzale indica i rematori delle galere, viene ripresa per indicare i gruppi di incontro e di supporto delle band di raggamuffin. Chourmo significa quindi incontrare e frequentare i propri simili come se si fosse «nella stessa galera, a remare! Per uscirne fuori. Insieme».

Il libro si legge velocemente e trasmette la curiosità di conoscere il resto della Trilogia di Izzo, brillante scrittore francese di origine salernitana morto nel 2000, al quale il noir deve molto.

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Jorge Amado, Cacao

Jorge Amado, Cacao, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, Marcella Geraci 3

Jorge Amado, Cacao, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, Marcella Geraci 3Dire cibo è un altro modo per indicare lavoro e rapporti sociali, impatto con l’ambiente, consuetudine e tradizione.

Il cibo può essere prevaricazione o riconoscimento dei diritti e comunque aggregazione in comunità.

Insomma il cibo è vita e il grande scrittore Jorge Amado introduce i lettori al Brasile delle fazenda attraverso l’odore intenso e le tonalità forti del cacao, pianta dalla quale prende nome il suo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1933 dalla Ariel Editora, duemila copie esaurite in un mese.

Negli anni Trenta, Bahia è la meta dei brasiliani che inseguono un futuro migliore lavorando nelle piantagioni e il protagonista del romanzo è uno di loro.

Originario del Sergipe, nato benestante ma colpito da un rovescio finanziario, l’uomo si stabilisce a Ilheus per lavorare nelle piantagioni di cacao del coronel Misael.

Attraverso la vicenda di questo bracciante alfabetizzato ma costretto dalla necessità a una vita povera, i lettori e le lettrici si troveranno nel Brasile del lavoro disumano e dei soprusi dei fazendeiros, del sesso e degli amori travolgenti, dell’altruismo e della violenza efferata, della fede e della coscienza di classe.

Quello che emerge dalle pagine del libro (tradotto in italiano da Einaudi) è un mondo a tinte forti, dove il sapore e l’odore del cacao animano tutte le vicende, liete o tristi che siano.

Attorno al cacao si costruiscono gerarchie economiche, politiche e sociali, si vivono storie d’amore travolgenti o fidanzamenti interrotti, si risvegliano sentimenti di ribellione o si sviluppa uno stato d’animo di sudditanza.

Il cacao diventa insomma la sopravvivenza di un’intera comunità.

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Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”

Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”

Salvatore Vullo, “Di terra e di cibo”Fra le pagine di Leonardo Sciascia la cucina siciliana ha il posto che merita e le specialità gastronomiche e dolciarie citate dallo scrittore di Racalmuto sono quelle che meglio rappresentano l’isola nel mondo.

Si passa dalle panelle allo sfoglio di Polizzi Generosa, dal biancomangiare al torrone e a molto altro.

Che le pagine di Sciascia non disdegnino la cucina lo si può notare leggendo le sue opere, oppure lasciandosi condurre dal nuovo libro di Salvatore Vullo dal titolo significativo “Di terra e di cibo”, settantatré pagine edite da Salvatore Sciascia nel 2014.

Vullo rilegge l’opera di Sciascia alla luce del legame dello scrittore con la civiltà contadina e il libro risulta facile e scorrevole alla lettura.

A concludere il saggio è un ricettario con alcune specialità citate nei romanzi di Sciascia e quelle che lo scrittore di Racalmuto amava preparare personalmente.

Come la “caponata di Leonardo” presente nel libro nella versione interpretata da Giannola Nonino, l’imprenditrice dell’omonima distilleria grande amica dello scrittore.

In definitiva, nel libro letteratura e cucina sono considerate espressioni dell’anima del territorio siciliano ed è questa la ragione che ci spinge a consigliarvelo.

Troverete tante cose su noi siciliani, o almeno utili tracce da cui partire per il vostro viaggio alla scoperta di questa meravigliosa isola.