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Sconto 10% su tutti i prodotti

sconto10E’ arrivato l’inverno e al Torronificio M. Geraci abbiamo deciso di festeggiarlo con uno sconto del 10% su tutti i prodotti ordinati tramite il nostro sito www.geraci1870.com, torroni, torroncini, paste di mandorla e di pistacchio, e molto altro ancora!

Lo sconto e’ valido dalla Mezzanotte di Venerdi 11 Novembre alla Mezzanotte di Domenica 13 Novembre 2016

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INVERNO2016

 
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La Torta Paradiso

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La torta Paradiso
Vera e propria specialità lombarda, la torta paradiso è una vera prelibatezza. A colazione, a fine pasto (intinta in un vino dolce) o per merenda, questa torta non vi lascerà delusi, ideale soprattutto nei periodi invernali per il grande apporto calorico che contiene. Per la ricetta abbiamo preso in considerazione il volume “Dolci da forno” della Scuola di cucina di Slow Food, edito per la prima volta dalla Giunti nel 2014. Abbiamo però apportato alcune modifiche a nostro gusto per quanto riguarda i tempi di cottura e qualche ingrediente.
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Il campo di battaglia
Per realizzare la torta paradiso occorrono:
  • Grammi 200 di burro
  • Grammi 300 di zucchero semolato
  • Quattro uova
  • Un pizzico di sale
  • Grammi 250 di fecola di patate
  • Grammi 50 di farina tipo 00
  • Una bustina di lievito chimico per dolci
  • Mezzo limone
  • Due cucchiai di rum scuro
  • Zucchero a velo (facoltativo)
Tirate fuori il burro dal frigorifero mezz’ora prima di preparare la torta, in modo da farlo diventare morbido e più facile da lavorare. Montate quindi il burro con lo zucchero in modo da ottenere una crema spumosa e aggiungete prima i tuorli d’uovo e poi gli albumi montati a neve con un pizzico di sale. Amalgamate bene tutto, anche con la frusta elettrica se occorre, e incorporate al composto il succo di limone filtrato e i due cucchiai di rum.
Burro e zucchero
Burro e zucchero
Con l'aggiunta dei tuorli
Con l’aggiunta dei tuorli
Il composto
Il composto
A questo punto unite all’impasto farina, fecola e lievito, filtrandoli con un colino o un setaccio e mescolando di nuovo tutto in modo da amalgamare bene gli ingredienti. Visto che nella fase di cottura la torta cresce molto, utilizzate una tortiera a bordi alti, che abbia circa 25 centimetri di diametro, imburrata e infarinata se non è in silicone. Portate la temperatura del forno a 180° e fate cuocere per un’ora. A fine cottura, fate raffreddare il dolce e cospargetelo (se volete) di zucchero a velo prima di servirlo. la-torta-paradiso
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Crocchette di patate

Eccovi una delle prelibatezze più ghiotte della nostra cucina perché bollita, al forno o fritta, la patata resta un’indiscussa protagonista delle nostre tavole! Di seguito, gli ingredienti:
  • Un chilo di patate
  • Due tuorli d’uovo
  • Sale quanto basta
  • Grammi 90 di Grana padano
  • Due uova
  • Pangrattato quanto basta
  • Olio per friggere
Lavate le patate e mettetele a lessare con tutta la buccia in una pentola di acqua salata. Quando le patate saranno pronte, lasciatele raffreddare, pelatele e passatele in uno schiacciapatate.  Raccogliete la purea di patate in una ciotola e aggiungete il sale, il Grana padano e i due tuorli d’uovo.
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Le patate pelate
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Lo strumento adatto anche se un po’ antico
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Le patate ridotte a purea
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Il composto con tutti gli ingredienti
Quando il composto sarà ben amalgamato dividetelo in piccole parti alle quali dare una forma cilindrica. Sbattete infine le due uova con una forchetta in un piatto e intingete ogni cilindro per poi passarlo nel pangrattato. Per la cottura è più comodo utilizzare una friggitrice. Se la crosta di pangrattato sarà omogenea, compatta e ben distribuita su ogni cilindro di patate, la frittura risulterà dorata e uniforme, altrimenti le crocchette potrebbero sfarinarsi e voi non ottenere un buon risultato.
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Le Ceramiche Fratantoni

Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Santo Stefano di Camastra ha un’illustre tradizione di ceramiche, lo si può vedere visitando il centro della città, dove piccole botteghe espongono in vetrina o ai lati dell’ingresso le loro creazioni più significative e variopinte. Un turista o chiunque apprezzi questi piccoli capolavori dell’artigianato può trovare a Santo Stefano ciò che più gli piace, dai piatti all’oggettistica, dai complementi d’arredo alla creazione di pavimenti con colori e figure della tradizione siciliana. Insomma in questa città, dai numeri civici delle case alle fontane e ai muri, tutto parla di ceramica e ogni “mastro” ha la sua mano.
Ceramiche Fratantoni
Ceramiche Fratantoni
Fra tutte le produzioni di ceramica che Santo Stefano offre, l’azienda Fratantoni è degna di rilievo, fondata nel lontano 1935 da Pietro, Saro, Edoardo e Nino, figli del vecchio ceramicaro Filippo. Dai primi oggetti in terracotta foggiati al tornio, i fratelli passano alla produzione meccanica dei vasi per uso vivaistico e negli anni Settanta avviano la produzione delle tipiche mattonelle maiolicate della tradizione stefanese. Oggi l’azienda occupa i primi posti nel settore della ceramica e sperimenta tecniche innovative da affiancare alle produzioni tradizionali delle quali si dimostra esperta. Per saperne di più è comunque possibile cliccare su www.fratantoni.it
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Ciambella allo yogurt con olio d’oliva

Lo yogurt e' l'ingrediente fondamentale per fare questa ciambella.
Lo yogurt e’ l’ingrediente fondamentale per fare questa ciambella.
L’ingrediente principale da utilizzare per realizzare questa ciambella è lo yougurt bianco naturale, privo di zucchero. I contenitori dello yogurt possono fungere da misurini per dosare gli altri ingredienti, anche se questa ciambella non è una torta “sette vasetti” classica. Abbiamo infatti preferito non utilizzare fecola di patate e olio di semi ma una dose minima di olio d’oliva per rendere più morbido l’impasto. Per preparare questo dolce occorrono:
  • Due vasetti di yogurt bianco naturale (grammi 250 in tutto)
  • Tre vasetti di farina tipo 00
  • Due vasetti di zucchero bianco semolato
  • Una bustina di lievito per dolci
  • Il fondo di un vasetto di olio extravergine d’oliva
  • Tre uova
  • Burro e farina per lo stampo.
Il composto di uova e zucchero.
Il composto di uova e zucchero.
Rompete le uova e separate i tuorli dagli albumi. In una terrina, unite lo zucchero ai tuorli e mescolate il tutto fino ad ottenere una crema spumosa. A parte, montate gli albumi a neve, aggiungeteli al composto di tuorli e zucchero e mescolate per amalgamare bene. Aggiungete quindi i due vasetti di yogurt, continuando a mescolare usando, se è il caso, una frusta elettrica. A questo punto unite anche la farina, setacciandola con un colino, e il lievito, sempre setacciato.
L'impasto.
L’impasto.
L'impasto nello stampo.
L’impasto nello stampo.
Mescolate bene tutto e aggiungete il fondo di un vasetto di olio d’oliva (che l’olio non arrivi a metà vasetto, altrimenti ne risentirà il gusto della ciambella). Mescolate di nuovo tutto con la frusta elettrica e ungete di burro uno stampo, cospargendolo infine di farina. Versate l’impasto nello stampo e portate la temperatura del forno a 180°. Se volete una ciambella ben cotta, lasciatela cuocere per un’ora, altrimenti 45 minuti basteranno. Il metodo dello stuzzicadenti o della forchetta per verificare lo stato della cottura del dolce rimane sempre valido.
La ciambella appena sfornata.
La ciambella appena sfornata.
Si lascia raffreddare.
Si lascia raffreddare.
   
Fino a quando e' pronta per essere mangiata.
Fino a quando e’ pronta per essere mangiata.
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David Trueba – “Aperto tutta la notte”

david trube - aperto tutta la notteL’unico posto aperto tutta la notte è casa propria, questa sembra essere la certezza di fondo del romanzo di David Trueba. Intitolato “Abierto todo la noche” e tradotto per la prima volta in Italia nel 1999, il libro narra le vicende della famiglia Belitre, ambientate in una delle tante palazzine nel cuore della Madrid degli anni Ottanta. Anche se lo scrittore e giornalista madrileno ci ha di nuovo stupiti con la tragicommedia romantica “Blitz”, tradotta in italiano nel 2016 da Feltrinelli, le vicende dei Belitre non possono non essere ricordate per la simpatia che suscitano. Un padre cinquantenne si sente schiacciato dalla sua identità di capofamiglia e una madre sempre oberata dagli impegni vive lo stress che le procurano i sei figli. Poi c’è il nonno Abelardo, che ama scrivere versi e conversare con Dio, mentre la nonna Alma ha alle spalle una vita vissuta a contatto con grandi scrittori ed artisti e intrattiene una corrispondenza epistolare con la sua amica defunta Ernestina Beltran. Ma i personaggi fuoriusciti dalla penna di Trueba comprendono anche sei ragazzi fra i nove e i ventotto anni, ognuno con una caratteristica. Félix è il maggiore ed è appassionato di cinema, Basilio ha un aspetto terrificante, accompagnato da un grande talento artistico. Nacho ha successo con le donne mentre Gaspar è uno scrittore in erba. Lucas è un amante dei pesci e Mathias, affetto dalla sindrome di Latimer, crede di essere il capofamiglia. Autore di un improbabile quanto efficace trattato sull’aggressività sociale, uno psichiatra mancato pianta la tenda nel giardino di casa per svolgere la sua attività al servizio della famigliola, così come si prodigano per la famiglia le altre figure coinvolte nella storia. Con il suo ritmo travolgente e la sua verve umoristica, “Aperto tutta la notte” ricorda alla lontana la saga dei  Malaussène di Pennac e segna il successo di un autore tradotto in più di dodici lingue. david trube - aperto tutta la notte
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Gelato al Cioccolato

Gli ingredienti del gelato al cioccolato.
Gli ingredienti del gelato al cioccolato.
“Gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato” dice il refrain del grande successo musicale cantato da Pupo. Con il suo colore scuro e quel sapore dolce non ben definito, il gelato al cioccolato può essere considerato un intramontabile leitmotiv della gelateria. Chi possiede una gelatiera può prepararlo a casa utilizzando gli ingredienti che più preferisce. Per la nostra versione leggera abbiamo utilizzato il cacao amaro e il risultato non vi deluderà:
  • Un litro di latte parzialmente scremato
  • Grammi 125 di cacao amaro
  • Grammi 600 di zucchero
  • Due albumi d’uovo.
Rompete le uova separando i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve. Mettete lo zucchero in una casseruola e aggiungete, setacciandoli con un colino, i 125 grammi di cacao amaro.  
L'amalgama di cacao e zucchero.
L’amalgama di cacao e zucchero.
L'aggiunta degli albumi a neve.
L’aggiunta degli albumi a neve.
Amalgamate bene il tutto e incorporate gli albumi a neve, continuando a mescolare. Versate infine il latte parzialmente scremato e mescolate in modo che non si formino grumi.
Il gelato al cioccolato.
Il gelato al cioccolato.
Mettete la casseruola sul fuoco basso per una decina di minuti, continuando a mescolare in modo che gli ingredienti si fondano bene ma senza arrivare ad ebollizione. Lasciate raffreddare il composto a temperatura ambiente e, quando si sarà raffreddato, riponetelo in frigorifero per qualche ora. Versate infine il composto nella gelatiera e se un giro non dovesse essere sufficiente a far mantecare il gelato, programmatene un altro.
Il gelato al cioccolato e' pronto.
Il gelato al cioccolato e’ pronto.
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Birra dello Stretto

birrificio-messina-765x437Nel lontano 1923 la Birra Messina muoveva i primi passi di una vita ricca di meriti e riconoscimenti. La sua lunga storia è stata però travagliata dalle ultime vicende di una crisi deflagrata nel 2007, quando Heineken,  titolare dello storico marchio messinese, decide di dire addio alla Sicilia continuando a produrre altrove. Da allora molte cose sono cambiate e i progetti siciliani, non andati felicemente in porto. Nel 2011, quando gli operai dello stabilimento messinese perdono il lavoro, tutto suggerirebbe la fine tragica della loro vicenda occupazionale. Invece si tratta del punto di partenza di una bella storia, fatta di volontà, sacrifici e tenacia. Una storia che nasce dalla dedizione al lavoro e dal rispetto delle competenze acquisite in tanti anni. Perché 15 degli operai licenziati nel 2011 hanno deciso di scommettere di nuovo sulla birra creando una cooperativa per continuare a produrla. Così i metodi e i segreti che i mastri birrai si tramandano di generazione in generazione avranno un futuro grazie a questi dipendenti, che hanno avviato il birrificio con i loro TFR e sforzandosi di trovare nuovi canali di finanziamento. A questi protagonisti della buona occupazione, che prestano la propria opera in un’isola in ginocchio anche per la mancanza di lavoro, la Regione ha concesso in affitto due capannoni dell’area industriale di Messina, offrendo alcune agevolazioni. Così, da metà settembre, il Birrificio Messina tornerà nei banconi e negli scaffali con tre esempi produttivi di riscatto: Birra dello Stretto, Doc 15 e cruda Doc 15. E allora, forza! Perché le storie di crisi e di licenziamenti possono avere un lieto fine anche in Sicilia.
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Ragazzi di Zinco

unnamed Il premio Nobel conferito alla scrittrice Svetlana Aleksievic acquista in Italia un senso ancora maggiore, soprattutto in relazione alle consuetudini di raccolta delle fonti orali e delle esperienze umane che circondano le grandi vicende così come la storia in genere. Nel paese di Danilo Dolci e dei “Banditi di Partinico”, il lettore non si troverà spiazzato nel leggere “Ragazzi di zinco”, tradotto in italiano nel 2003 dalle Edizioni e/o. Trecento sedici pagine zeppe di voci che raccontano la tragedia sovietica della guerra in Afghanistan, protrattasi tra il 1979 e l’89. I ragazzi e le ragazze che partirono per quella che il regime comunista definì la “grande causa internazionalista e patriottica” furono almeno un milione, dei quali molti tornati chiusi dentro bare di zinco e sepolti nell’oscurità della notte. Mezzo milione furono invece le sole vittime afgane. Il libro della giornalista e scrittrice di origine bielorussa riporta le voci delle madri dei soldati uccisi, dei feriti di guerra, delle infermiere che hanno vissuto la vicenda come un’avventura patriottica e, non ultime, le voci di chi è tornato da un inferno che l’URSS ha poi minimizzato se non nascosto. “Ragazzi di zinco” è un libro corale, che racconta una verità cruda e straziante. Un libro che appassiona nel far riflettere sulle infinite miserie causate dalle guerre.
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Ernst Weiss, Musica a Praga

Ernst Weiss, Musica a praga, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta1Ci si può fermare all’apparenza di una copertina per scegliere un libro? Certamente! Soprattutto quando in una libreria moderna di una qualunque città di provincia, in un giorno come tanti, l’occhio cade su un libro del 1962 che, di quell’anno, porta tutti i segni. Se poi il libro viene acquistato negli anni di passaggio dalla lira all’euro, lo sguardo perplesso del libraio fa il resto. “Costa trecentocinquanta lire”, quindi? Qual è il giusto prezzo? Un libro “musicale” ambientato a Praga, odierna capitale della Repubblica Ceca che fu centro politico e culturale della Boemia per oltre 1100 anni. Ernst Weiss, Musica a praga, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Ciliegina sulla torta, “Musica a Praga” (Milano, Dall’Oglio Editore) pubblicato per la prima volta in Germania nel 1926 e in Italia nel 1933 è opera del grande scrittore Ernst Weiss. La protagonista, Franziska, è divisa fra la passione per la musica e l’amore per Erwin, a sua volta lacerato dalla passione per due donne, Franziska e Hedy.   Ernst Weiss, Musica a praga, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Il lettore e la lettrice si troveranno a vivere un brusco quanto coinvolgente alternarsi di emozioni e sentimenti, dall’amore travolgente alla paura della solitudine e dell’abbandono, con la costante presenza della morte per l’intera durata del romanzo. Che dire ancora? Bello!
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La ricetta del tè freddo alla menta

ricetta, the freddo alla menta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaricetta, the freddo alla menta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaLe temperature estive non sono amiche di una cucina eccessivamente calorica, così anche il nostro blog offrirà soluzioni fresche per i pasti o i rendez–vous pomeridiani di questi mesi. Per realizzare il tè tè freddo alla menta occorrono veramente pochissime cose. Tuttavia un ramoscello di menta fresca è quello che farà la differenza nel rendere il vostro infuso dissetante e profumato. Di seguito, gli ingredienti:
  • Due litri d’acqua naturale.
  • Tre grandi cucchiai (come quello in foto) di zucchero integrale di canna. Se preferite una bevanda meno dolce, ne basteranno due.
  • Due bustine di english breakfast tea (usiamo il tè in bustina per velocizzare il procedimento).
  • Sei foglie di menta fresca.
Versate l’acqua in una pentola capiente e fatela bollire. Quando l’acqua avrà raggiunto l’ebollizione, spegnete il fuoco e mettete i due filtri di tè in infusione, aggiungendo i tre (o due, se volete la bevanda meno dolce) cucchiai di zucchero integrale di canna e le foglie di menta. Lasciate tutto in infusione almeno per due ore e fate raffreddare a temperatura ambiente. Quando il tè si sarà raffreddato, versatelo in una brocca o in una bottiglia di vetro da riporre in frigorifero. Il tè freddo alla menta è l’ideale per rinfrescarsi negli afosi pomeriggi mediterranei.
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Vicolo Duomo, gastronomia d’asporto, Caltanissetta

vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNon avete tempo di cucinare ma non volete rinunciare alla genuinità e alla prelibatezza della cucina tradizionale siciliana? Dovete offrire un banchetto e fare ottima figura? vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciA Caltanissetta, il ristorante Vicolo Duomo nella sostanza non ha mai smesso di esistere, oggi trasformato in una gastronomia d’asporto con possibilità di servizio catering. vicolo duomo, gastronomia d'asporto, caltanissetta, il blog di marcella, torronificio m. geraciNato circa vent’anni or sono dall’estro di Angela Mendola e Aldo Scarlata, il Vicolo Duomo ha sempre offerto una gastronomia molto legata al territorio, proponendo piatti a base di verdure come finocchietti selvatici e “mazzaredde”, formaggi locali e altro ancora. Il ristorante (prima ubicato in piazza Garibaldi) è diventato la gastronomia d’asporto che si trova in via Piemonte 10. Grazie all’impegno quotidiano di Angela e Aldo e della figlia, Francesca Scarlata, i fornelli del Vicolo Duomo continuano a proporre una cucina basata sulla rielaborazione di piatti tipici dell’entroterra siciliano realizzati con ingredienti locali. Vale la pena di provare!
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Suggerimento per una cena estiva

insalata, estate, cena, ricetta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaNon vi va di spendere molto al supermercato? Le alte temperature e il caldo torrido non stimolano l’appetito? insalata, estate, cena, ricetta, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaQuesta non è una ricetta vera e propria ma il suggerimento per la preparazione di una frugale cena estiva da realizzare con poche cose (le dosi sono per una persona):
  • un pomodoro rosso
  • una scatoletta da grammi 100 di tonno al naturale o all’olio d’oliva
  • una mozzarella di bufala da grammi 100
  • tre olive nere
  • sale quanto basta
  • (a piacere) un quarto di cipolla rossa a spicchi
  • (a piacere) due foglioline di basilico
  • olio extravergine d’oliva per condire.
Tagliate a fette il pomodoro in una piccola ciotola, quindi aprite la scatoletta e facendo leva con il coperchio sul tonno, lasciatelo scolare fino a quando non sarà uscito l’olio o il liquido all’interno. Al pomodoro aggiungete il tonno scolato e sminuzzato, la mozzarella tagliata a dadini e le tre olive nere. Se volete, potete anche aggiungere la cipolla rossa a spicchi e le due foglie di basilico. Mescolate tutto, salate e condite con l’olio d’oliva. Nella sua semplicità, questo suggerimento utilizza alcuni ingredienti fondamentali della cucina mediterranea e per questo può essere considerato un piatto da re!
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Ristorante Gigimangia, Palermo

ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoNe è passata di acqua sotto i ponti dai tempi della salumeria al civico 116 di via Principe Belmonte, una delle strade più in di Palermo. Ventisei metri quadri di pavimento, calpestato da personaggi del jet set come Raimondo Lanza e Susanna Agnelli e figure intramontabili della cultura e dell’arte come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Maria Callas. Ma la famiglia Mangia dimostra di avere voce in capitolo in materia di cibo ben prima dell’apertura della salumeria, avviata nel 1943 e preceduta da significative esperienze intraprese a Napoli e a Tripoli. ristorante-cucina-siciliana-gigi-mangia-palermoOggi il buon nome della famiglia continua ad essere portato avanti da Gigi Mangia, titolare del ristorante nato dalla salumeria nel 1989. La leggerezza dello stare a tavola e la profondità di una tradizione gastronomica millenaria sono caratteristiche che si possono già avvertire visitando il sito internet (www.gigimangia.com) ma che vale la pena di verificare personalmente. Gli amanti del vino troveranno trecento etichette in gran parte siciliane, da accompagnare a piatti preparati con cura e maestria. Proprio per queste competenze, che derivano anche da una storia familiare radicata nel settore alimentare, il ristorante di Gigi Mangia ha ricevuto, nel 2013, il Certificato di Eccellenza da parte di TripAdvisor. www.gigimangia.com
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Antica Focacceria San Francesco

antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettaantica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Se Palermo si potesse mangiare avrebbe i sapori e gli aromi delle case nelle ore dei pasti, degli angoli del centro più ricchi di cibo di strada, delle gastronomie di qualità e delle pasticcerie di prestigio. Immersa in uno scenario tradizionale di cassate, pani c’a meusa (pane con la milza), frutta di martorana, sfincioni e tante altre specialità, ricca di arte, cultura e storia, Palermo è una e mille anche in cucina. Tra i luoghi più caratteristici dove gustare dell’ottimo cibo tradizionale palermitano, l’Antica Focacceria di San Francesco non vi deluderà. Nel 1834, il maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica Salvatore Alaimo riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico edificio in centro e vi apre una focacceria. Inizia così il lungo valzer di fragranze, sapori e aromi che porta Alaimo ad inventare la focaccia maritata, con carne di taglio economico alla portata della borsa dei meno abbienti. Divenuta la tavola siciliana di Giuseppe Garibaldi negli anni del Risorgimento e il principale bersaglio della nobiltà per aver diffuso la pasta ch’i sardi, considerata fino al 1861 pietanza reale, nella sua lunga vita l’Antica Focacceria è luogo d’incontro di artisti, scrittori e intellettuali. antica focacceria san francesco, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Il logo dell’attività risale al 1901 ed è opera dell’architetto Ernesto Basile e l’attuale denominazione, Antica Focacceria di San Francesco, al 1902. Le tappe della storia di questo luogo caratteristico sono talmente ricche di avvenimenti significativi che rimandiamo al sito www.anticafocacceria.it per ulteriori informazioni.
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Enzo Russo, Uomo di Rispetto.

Enzo Russo, Uomo di rispetto, Il Blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaEnzo Russo, Uomo di rispetto, Il Blog di Marcella, Torronificio M. Geraci, CaltanissettaGiovannino racconta la sua lunga strada, dalla povertà contadina all’ingresso nella mafia, un affresco crudo e spietato, difficile da giudicare nella sua interezza. Pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1988 e ripubblicato nel 2010 da Lussografica, “Uomo di rispetto” è la biografia che un anonimo soldato della mafia narra allo scrittore e giornalista Enzo Russo. Un racconto che prende le mosse da un’infanzia povera nelle campagne della provincia nissena per approdare in una Palermo dove l’eroina, l’edilizia e il riciclaggio fanno le fortune di un’organizzazione criminale divenuta ancora più sanguinaria e al passo coi tempi. È la Palermo dei Corleonesi, i feroci artigiani di morte che porteranno la Sicilia nel tunnel delle stragi. Tradotta in quattordici lingue e ridotta ad un film – tv diretto dal regista Damiano Damiani, la testimonianza raccolta da Enzo Russo si rivela al lettore in tutto il suo realismo. Nulla è risparmiato, dal primo delitto alle regole ferree di una mafia in evoluzione, dall’amore per una moglie stritolata negli ingranaggi dai quali lo stesso Giovannino riesce a fuggire alle considerazioni amare della fine del racconto, dove non ci si pente di una vita vissuta agli ordini di boss e notabili ma si avvertono tutti i limiti di una condizione anomala e in qualche modo sofferta. Difficile aggiungere altre parole su un libro che si legge tutto d’un fiato e che rimane coinvolgente ed emozionante, comunque la si pensi.
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Alaimo&Strazzeri, La Cuddrireddra.

cuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissettacuddiredda, il blog di marcella, torronificio m. geraci, caltanissetta Come molte altre specialità della pasticceria siciliana, la cuddrireddra è nata fra le pareti domestiche, dall’estro delle massaie che ne hanno tramandato la ricetta di madre in figlia. Questa leccornia tipica del Carnevale di Delia (paese in provincia di Caltanissetta) si chiama Cuddrireddra perché ha le sembianze di una piccola corona, impreziosita dalla mescolanza di ingredienti semplici ma caratteristici del territorio in cui viene prodotta. Si racconta che questa forma la si deve alla volontà di fare omaggio alle castellane della fortezza medievale che sovrastava il paese durante i Vespri siciliani. La farina di frumento viene impastata con il vino, le uova e lo zucchero e il composto ottenuto viene insaporito dalla cannella e dalle scorze d’arancia, lavorato in forma rotonda e fritto in olio d’oliva di produzione locale. Maestra nella preparazione di questo dolce divenuto anche Presidio Slow Food è l’azienda Alaimo&Strazzeri, che svolge a Delia la propria attività utilizzando gli antichi metodi adottati dalla civiltà contadina. Per saperne di più è possibile collegarsi al sito www.lacuddrireddra.com 1
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Gelato casalingo al torrone Geraci

Ricetta torrone casalingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraciDiciamo subito che per fare questo gelato occorre il nostro torrone tradizionale o Bloc, perché gli ingredienti che abbiamo utilizzato sono stati abbinati in funzione del torrone. L’utilizzo di un altro prodotto darà inevitabilmente un risultato diverso. Aggiungiamo che abbiamo scelto di usare il latte parzialmente scremato al posto del latte intero e della panna per rendere il gelato più leggero e digeribile. Proprio per questo il gelato è casalingo e anche l’utilizzo del solo albume d’uovo lo rende congeniale a chi non vuole rinunziare al dessert senza appesantirsi troppo. Per fare il gelato casalingo al torrone Geraci occorre avere una gelatiera (noi ci troviamo bene con la Simac) dove far gelare il composto realizzato con:
  • grammi 250 di torrone tradizionale o Bloc Geraci macinato
  • una spolverata di granella di torrone tradizionale o Bloc Geraci per guarnire (facoltativa)
  • grammi 300 di zucchero
  • un albume d’uovo montato a neve
  • un litro di latte parzialmente scremato.
Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci  Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraciMacinate il torrone Geraci in casa con il frullatore o acquistatelo direttamente macinato. Prendete il torrone Geraci macinato, mettetelo in una casseruola, aggiungete lo zucchero e mescolate il tutto. Montate a neve l’albume d’uovo e aggiungetelo allo zucchero e al torrone Geraci sempre mescolando, in modo da distribuirlo uniformemente. Versate infine il latte parzialmente scremato sul composto e mescolate un’altra volta. Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraciPrendete la casseruola e mettetela sul fuoco basso per una decina di minuti, continuando a mescolare. Spegnete il fuoco, fate raffreddare a temperatura ambiente e mettete in frigo per almeno un paio d’ore. Trascorso il tempo necessario, mettete il composto nella gelatiera. Se un giro non dovesse essere sufficiente a far gelare tutto, fate girare il composto una seconda volta. Quando il gelato sarà pronto, conservatelo nel freezer e ricordate di guarnirlo con una spolverata di granella di torrone Geraci prima di servirlo.   Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci  Ricetta torrone casaingo al torrone geraci, il blog di marcella, torronificio m. geraci
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Danilo Dolci, Gente semplice

Danilo Dolci, Gente semplice, Il blog di Maercella, torronificio egarci, caltanissettaPubblicato nel 1993 da Camunia, “Gente semplice” è uno dei libri che meglio rappresenta Danilo Dolci, l’intellettuale italiano noto per le sue lotte non violente contro la mafia e in favore dello sviluppo sociale e dei diritti dei lavoratori. Il libro assembla i racconti delle persone più diverse a sostegno di una cultura fatta di indicatori per saper vivere (pag. 152, “Voci della Scuola di Pace di Boves”) posseduti anche da chi affronta l’esistenza senza libri, con mezzi propri. Parlano il contadino, il fungarolo, la donna che raccoglie le cipolle per vivere, il bambino ma anche gli studenti e le studentesse, gli intellettuali che esprimono grandi concetti semplicemente. Il libro è un discorso collettivo sulla necessità di comunicare per costruire la pace, scritto con il contributo degli uomini e delle donne che sembrano rimanere ai margini della comunicazione mediatica, depositari e depositarie di quelle culture condannate ben prima del 1993 all’estinzione, schiacciate dalla televisione e da un controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare di mass media al servizio delle classi dominanti. Dal libro emerge l’utilità e la dignità di saper leggere anche rocce, alberi, voli, creature, il mare, le nuvole, le stelle. Leggere nel lavoro (Prefazione, pagina V). E perché no? Leggere il cibo. Tutto per avviare percorsi di ricerca che nascano dalla comunicazione e non dalla trasmissione di verità preconfezionate senza il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli interessati. Proprio questa differenza tra comunicare e trasmettere è una delle caratteristiche principali del lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci che ha conquistato, con il suo metodo, il soprannome di Gandhi italiano. Per saperne di più www.danilodolci.org
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Gelaterie “FataMorgana”, Roma

Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaGelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaPasseggiare per Roma può essere una buona occasione per gustare le specialità della gelateria artigianale Fatamorgana, nata dall’eclettica esperienza di Maria Agnese Spagnuolo, donna dalle origini pugliesi che trascorre infanzia e adolescenza tra ortaggi, verdure e alberi da frutto. Proprio questo contatto con la genuinità della terra permette a Maria Agnese di affermarsi nella capitale attraverso il gelato, alimento per il quale nutre fin da piccola un’autentica passione. E oggi, nella sola Roma la gelateria Fata Morgana ha ben sette punti vendita, uno dei quali a Trastevere. La storia di questa bella esperienza aziendale inizia con l’acquisto di un manuale sul gelato artigianale italiano in uno dei tanti mercatini dell’usato. Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di MarcellaL’allora quattordicenne Maria Agnese trasferisce così la sua passione dal palato alle mani. La preparazione del gelato per sé e la famiglia non le impedisce però di studiare per fare l’attrice e di andare in giro per l’Italia con la compagnia teatrale. Nel 2001 Maria Agnese si trasferisce a Roma con il suo compagno, che diventa anche socio negli affari. Una diagnosi di celiachia la spinge a sperimentare nuovi abbinamenti per ottenere gusti compatibili con l’intolleranza al glutine. E quando nel 2002 intraprende seriamente il lavoro di gelataia, anche a causa della crisi del teatro, la sua caratteristica non passa inosservata. Maria Agnese Spagnuolo assembla infatti cinque ingredienti per ogni gusto senza mai usare additivi, addensanti, conservanti, coloranti, paste o preparati di base. La frutta è sempre di stagione e le spezie non sono mai in polvere, tutte ragioni che le hanno procurato una nomination per la qualità da parte del Gambero Rosso, nel 2005. Oggi le oltre trecento ricette di Maria Agnese Spagnuolo comprendono gelati al gusto di baklava, mandorla e arancia, pera al gorgonzola e molto altro, consultabile sul sito gelateriafatamorgana.com. Ma i gelati è meglio mangiarli e ottimi (per noi) sono quelli ai gusti di liquirizia e di basilico, noci e miele.Gelateria FataMorgana, Roma, Torronificio M. Geraci, Caltanissetta, il Blog di Marcella