Panella? Un piatto da re, parola di Pippo Labrone!
Le formine per fare le panelle
Lo trovate sempre in via Scovazzo, intento a friggere e imbottire.
Pippo Labrone lavora nella sua bottega fin dalle prime luci del mattino per realizzare, insieme a suo figlio Totò, l’impasto che poi servirà a ricavare tante panelle gustose e croccanti.
Queste mezze lune di farina di ceci oggi fanno parte dello “street food” ma esistono da tempo immemore.
A Palermo le panelle si fanno con le erbe aromatiche, usanza che non esiste a Caltanissetta
Pippo Labrone fa le panelle
Nelle nostre zone la panella è infatti nuda e profumi e aromi le vengono dati dall’olio bollente.
Una passione per il ciclismo alle spalle che lo ha portato a vincere diversi campionati regionali, Pippo ha oggi 75 anni e lavora da quando ne aveva dieci.
Da bambino vendeva le panelle prodotte da suo padre Salvatore, pioniere dell’attività e custode di una ricetta che si tramanda di padre in figlio.
Durante la seconda guerra mondiale, Salvatore era cuoco all’Istituto Testasecca, allora adibito ad ospedale militare.
Di origini palermitane ma trapiantato a Caltanissetta, Salvatore avviò la sua attività a guerra finita.
Oggi quell’attività esiste ancora, in un territorio dove la crisi economica ha tagliato le gambe a molti.
La fritturaLa mafalda è il classico pane da imbottire con le panelle
Il segreto di questo successo? «La qualità del prodotto» dice Pippo, categorico.
E un lavoro indefesso che lo ha portato ad aprire un altro chiosco nella zona periferica della città.
A noi non resta che augurargli di continuare a fare un buon lavoro!
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