Jean–Claude Izzo, Chourmo
Cosa c’entra il torrone con un noir ambientato nella Marsiglia delle periferie più povere?
Cosa c’entrano i beur (nati in Francia da genitori arabi) e i rigurgiti fondamentalisti che attecchiscono nelle grandi città occidentali?
Il mondo è investito da un cambiamento epocale e le trasformazioni riguardano tutti gli aspetti della vita, cibo compreso.
Il fatto che la nostra azienda si trovi a vivere in un territorio toccato da questi cambiamenti è forse il motivo che ci ha spinto ad apprezzare le pagine del secondo libro della Trilogia di Jean – Claude Izzo, “Chourmo” (Edizioni e/o).
Il protagonista è Fabio Montale, ex poliziotto dal passato burrascoso, figlio di nabos (emigrati napoletani) e all’apparenza simile a un “Montalbano” francese. Montale si trova a dover sbrogliare l’intricata matassa composta da tre delitti fra loro collegati, che lo porta a mettere il naso negli ambienti mafiosi interessati al porto della città ma anche nella cerchia razzista del Fronte nazionale e nel traffico d’armi degli integralisti islamici.
A far da sfondo a delitti e indagini, le periferie marsigliesi più povere, veri e propri focolai di odio e di violenza dove è possibile perdersi nei traffici illeciti o nella droga.
Le stesse periferie dove si può cadere nelle maglie del terrorismo o evitare una brutta fine entrando a far parte del chourmo.
L’espressione, che in provenzale indica i rematori delle galere, viene ripresa per indicare i gruppi di incontro e di supporto delle band di raggamuffin. Chourmo significa quindi incontrare e frequentare i propri simili come se si fosse «nella stessa galera, a remare! Per uscirne fuori. Insieme».
Il libro si legge velocemente e trasmette la curiosità di conoscere il resto della Trilogia di Izzo, brillante scrittore francese di origine salernitana morto nel 2000, al quale il noir deve molto.